La Russa: "Abbiamo vinto anche grazie al Carroccio"
«Abbiamo vinto e non lo abbiamo fatto da soli. È un successo che abbiamo ottenuto anche grazie all'alleanza con la Lega. E queste vittorie, soprattutto al Nord, rinforzano i nostri rapporti. Siamo degli alleati leali e ci rispettiamo a vicenda». Esulta il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha seguito dal quartiere generale del Pdl di Milano i risultati relativi alle elezioni provinciali. Dati che sono arrivati solo in tarda serata e hanno assegnato la vittoria a Guido Podestà che è riuscito a sconfiggere il presidente uscente Filippo Penati. Ministro, come ha vissuto questo pomeriggio (ieri, ndr) che ha visto fino all'ultimo un continuo duello tra i due candidati? «A dire il vero Podestà, se pur di poco è sempre stato in vantaggio. Comunque eravamo preparati a questo testa a testa dato che nella storia delle elezioni provinciali a Milano, non si è mai riusciti ad eleggere un presidente al primo turno. Certo è che questa volta il timore era più grande, temavamo che la bassa affluenza ai seggi ci penalizzasse. Ma alla fine, nonostante abbia votato il 22% in meno degli aventi diritto, la partita non poteva concludersi diversamente». Non avete mai temuto di poter perdere? «Non è quello, il fatto è che se Penati avesse vinto sarebbe stato un vero scippo. Pensi che al primo turno Podestà conquistò circa 800mila preferenze. Se oggi (ieri, ndr) avesse vinto il suo avversario lo avrebbe fatto con 300mila voti in meno. Milano non si sarebbe meritata questo» Una fortuna quindi dato che al ballottaggio è storicamente avvantaggiato il centrosinistra? «Questo è abbastanza vero, ma questa tornata elettorale invece ci ha dato grandi soddisfazioni. Su 22 province ne abbiamo vinte 8 tutte strappate alla sinistra e su 16 comuni capoluogo ne abbiamo vinti 5 di cui 3 sottratti alla sinistra. Comunque lasciando da parte questo credo che sia arrivato il momento di mettere mano a questa legge». A quale legge fa riferimento? «A quella che obbliga i comuni al di sopra dei 15mila abitanti che non riescono ad eleggere un sindaco al primo turno di andare al turno di ballottaggio». E come vorreste cambiarla? «Ne ho già parlato con Berlusconi e ho sottoposto la questione ai colleghi durante un consiglio dei ministri. Bisognerebbe arrivare ad una legge come quella che si adotta per l'elezione del presidente delle Regioni dove vinge il candidato che prende più preferenze indipendentemente dalla percentuale raggiunta. Temo però che la sinistra non sarebbe d'accordo su questa impostazione». Andrete comunque avanti anche se la sinistra non vi dovesse appoggiare? «No avrei in mente una seconda proposta ovvero abbassare la soglia di elezione non più al 50% più uno degli elettori, come è ora, ma al 40%». Crede che le scelte dell'Udc siano state influenti nella vittoria di alcuni candidati del centrosinistra? «Mi piace essere schietto: l'Udc non ha determinato nessuna vittoria, è solo stata astuta a tal punto da saper saltare sul carro di chi era già dato per vincente. E, dove i dati erano incerti, come a Milano, ecco che ha optato per la neutralità» In conclusione ministro crede che ci sia stato sul voto un effetto legato alle indagini di Bari? «Se c'è stato, al massimo ha quantificato un flesso dell'1% di elettori che, a mio avviso, non hanno dirottato il voto a sinistra, ma hanno optato per non andare a votare. Poi bisognerebbe capire se quel piccolo ammanco di voti sia legato alle vicende di Bari Bari oppure alla vendita di Kaka o anche al fatto dell'Italia sia uscita dalla Confederation Cup».