Doccia fredda per il Pd
Punto numero 1: gli italiani non sono cretini. Sottoposti all'ennesimo supplizio di un referendum totalmente privo di senso si sono saggiamente tenuti alla larga dei seggi, mandando un chiaro segnale ai politici: chiamateci a votare solo quando c'è qualcosa di serio da decidere. Punto numero 2: ai ballottaggi vince il centro-destra, che strappa diverse amministrazioni agli avversari incapaci di fare altrettanto. Tra l'altro cambiano colore la provincia di Milano, il comune di Prato, le province di Frosinone, Venezia e Savona, dimostrando una capacità di mobilitazione dell'elettorato moderato che al secondo turno ha sempre fatto fatica a raggiungere la cabina elettorale. Se è contento Franceschini noi lo siamo per lui: tutto sommato prendere un pugno è meglio che prenderne due. Punto numero 3: le delicatissime vicende che riguradano Silvio Berlusconi non producono effetti clamorosi nell'urna, pur contribuendo senz'altro a ridimensionare le aspettative dei dirigenti Pdl in alcune realtà. Per intendersi, con il Cavaliere al massimo della forma (diciamo quello del 25 aprile e delle settimane precedenti) la maggioranza di governo avrebbe potuto tentare l'assalto di tradizionali «fortezze» del voto rosso come Firenze e Bologna, ma per farlo avrebbe dovuto avvalersi di una campagna elettorale giocata in prima persona del premier, capace di spendersi direttamente a sotegno dei candidati. Ora siamo già nel dopo elezioni, un tempo nel quale occorre meditare sui risultati e farne tesoro. Vista da sinistra la situazione non è delle migliori. Il Pd arretra tanto nel voto europeo quanto in quello amministrativo ed ora deve affrontare una stagione congressuale in cui ripensare dalle fondamenta l'intero progetto. Inoltre vi sono fortissimi malumori interni. D'Alema e Letta a sostegno della candidatura di Bersani, Veltroni con Franceschini e Rutelli su posizione critica: lo scenario è quantomeno frammentato. Dall'altra parte però non tutto fila liscio. Berlusconi mastica amaro, ma se è innegabile che nei suoi confronti viene esercitata una pressione che travalica, oltre ogni limite accettabile, il rispetto della persona e della sua privacy, con altrettanta franchezza va fatto rilevare che quanto leggiamo e sentiamo non è né bello, né edificante, né accettabile. Serve maggiore sobrietà di comportamenti, proprio in questo 2009 che tante preoccupazioni di carattere economico sta regalando agli italiani. Serve rilanciare con vigore ed autorevolezza l'azione di governo, anche perché la nazione si sta dimostrando matura e comprensiva ogni volta che si reca alle urne. E' patrimonio prezioso, sprecarlo sarebbe un delitto.