Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

I racconti delle ragazze che accusano Berlusconi

Il Presidente Silvio Berlusconi in una immagine scattata il 31 maggio 2009 davanti all'ingresso dell'Hotel Palace di Bari, di fronte al premier Patrizia D'Addario

  • a
  • a
  • a

«Volevo solo fare bella figura facendomi accompagnare da ragazze che non ho mai pagato. Non c'è nessuna verità nelle ricostruzioni dei fatti accreditate da certi giornali con il palese ed esclusivo intento di denigrare il presidente del Consiglio al quale voglio chiedere pubblicamente scusa per averlo involontariamente danneggiato». Sommerso dall'«alluvione di notizie false» e dall' «accusa di alcuni giornali» di non essersi difeso da quanto gli si addebita, l'imprenditore Giampaolo Tarantini ha deciso di «ristabilire la verità» e di raccontare all'agenzia Ansa la propria versione delle vicende che lo hanno visto protagonista nell'ultima settimana. Soprattutto, Tarantini vuole togliere da sè l'accusa di aver condotto donne, a pagamento, a cene e feste del presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, e chiedere «pubblicamente scusa» al premier «per averlo involontariamente danneggiato». «Per riportare questa vicenda nei suoi reali confini», Tarantini racconta di aver conosciuto nell'agosto 2008 il presidente del Consiglio, «a cui - dice - ho sempre prestato ammirazione e stima». Dice di non aver dato soldi alle «amiche» che lo accompagnavano a incontri conviviali con Berlusconi, ma di aver loro rimborsato solo le spese di viaggio e di soggiorno. « È assolutamente fuori discussione - sottolinea - che il presidente Berlusconi possa essere stato a conoscenza di questi miei rimborsi». Ma anche senza i racconti di Tarantini, se andiamo a leggere le dichiarazioni di queste donne troviamo tante incongruenze che sono state evidenziate innanzitutto dal giornalista che lo scorso 17 giugno ha intervistato Patrizia D'Addario che avrebbe, secondo le sue dichiarazioni, passato due notti a Palazzo Grazioli. Nella stessa intervista la stessa D'Addario rivela che aveva l'intenzione di costruire un residence che aveva chiesto una mano a berlusconi per «sbloccare la sua pratica».   Nell'intervista del 17 giugno al «Corriere della Sera» la D'Addario, che sembra animata da un certo risentimento contro il premier, dice: «L'autista ci ha portato nella residenza del Presidente, ma quella sera non c'erano altre ospiti. Abbiamo trovato un buffet di dolci e il solito pianista. Quando mi ha visto, Berlusconi si è ricordato subito del progetto edilizio che volevo realizzare. Poi mi ha chiesto di rimanere. Ho le registrazioni dei due incontri. Si sente la sua voce e poi c'erano molti testimoni, persone che non potranno negare di avermi vista». Una versione poco credibile sia per la capacità del registratore di memorizzare un incontro così lungo sia con la prima ammissione circa il fatto che l'incontro si è svolto tra loro due, mentre in un secondo tempo la D'Addario parla di numerosi testimoni che «non possono negare» di averla vista. Già, ma un registratore non può documentare questa circostanza. Diverso il tono del racconto di Barbara Montereale affermando quanto segue ieri al quotidiano «La Repubblica»: «Berlusconi fu molto dolce. Come un padre. Gli raccontai che avevo perso i genitori. Che la mia bimba non stava bene. Che non ce la facevo a tirare avanti da sola. Lui mi diede un bacio sulla fronte e prima che partissi mi consegnò una busta» con dentro «una cifra molto generosa in contanti. Fu un gesto bellissimo. E io, lo giuro su mia figlia, con lui non ebbi nessun rapporto sessuale».

Dai blog