Il Garante: foto non pubblicabili
Niente da fare, le foto scattate a Villa Certosa non possono essere pubblicate. Il Garante per la privacy ha detto ieri ufficialmente la sua nella vicenda delle foto scattate da Antonello Zappadu dentro e fuori la residenza in Sardegna: no alla pubblicazione e alla diffusione delle «immagini di persone all'interno di una privata dimora senza il loro consenso e utilizzando tecniche particolarmente invasive»; sì a quelle riprese in luoghi pubblici. In sostanza nel suo provvedimento l'Autorità boccia 27 delle 43 foto sottoposte alla sua analisi in nome e per conto del premier Silvio Berlusconi dall'avvocato Niccolò Ghedini, mentre dà il via libera alle 16 immagini «acquisite in luoghi pubblici (un aeroporto) o aperti al pubblico (un villaggio turistico)». Nel mirino del Garante però non c'è solo il luogo privato, Villa Certosa, ma anche le situazioni «ordinarie di vita privata o di normale attività di relazioni sociali o in atteggiamenti tipici del contesto di vacanza e di relax». Ovvero non di pubblico interesse tali da giustificare il diritto di cronaca. E boccia anche i «particolari strumenti tecnologici» usati, come il teleobiettivo e il photoshop. Modalità che quindi si applicano - di questo il Garante si preoccupa - alle «centinaia di immagini» scattate dallo stesso Zappadu, per sua stessa ammissione, «dal dicembre 2007 a tutto il 2008» negli stessi luoghi e cedute all'agenzia di stampa colombiana Ecoprensa, che quindi sono ancora in circolazione. Il provvedimento, che sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale, è stato però anticipato ieri prima della diffusione ufficiale dallo stesso Ghedini. «Il Garante della Privacy ci ha dato ragione e ha provveduto sulle foto di Zappadu che non potranno in alcun modo essere utilizzate, né quelle già sequestrate, né le altre 5.000 scattate in modo analogo», annuncia l'avvocato del presidente del Consiglio e deputato del Pdl. Ghedini lo comunica anche allo stesso Berlusconi in una telefonata che nella parte finale viene registrata da una telecamera di Sky e poi mandata in onda in tv, con forte coda polemica tra il premier e i media. Spiega poi l'avvocato: «A Berlusconi ho detto: "Nonostante tu abbia un avvocato impazzito, il garante della privacy ci ha dato ragione..."». Per il fratello del fotografo, Salvatore Zappadu, il provvedimento è «scontato» per cui appare del tutto fuori luogo il «trionfalismo di Ghedini». Definisce poi paradossale la proibizione delle istantanee di Villa Certosa («zona non tanto privata») mentre viene data la possibilità di pubblicare le foto della zona Villaggio-Residence («comunque privata come Villa Certosa») di cui ancora non si è scoperto il proprietario. Anche il ministro della giustizia, Angelino Alfano, condivide la decisione del garante. «È una decisione molto chiara: il diritto alla privacy va rispettato e tutelato. Noi lo stiamo facendo anche in ambito del ddl intercettazioni», spiega. Il testo del Garante è stato consegnato ieri anche ai magistrati della procura di Tempio Pausania che si occupano dell'inchiesta sull'autore degli scatti perché per l'avvocato Franco Luigi Satta, che affianca Ghedini nel procedimento contro Zappadu, il parere supporta la loro tesi. Non è comunque la prima volta che ci sono decisioni di questo tipo. A fare scuola è stata Lilli Gruber, «paparazzata» mentre prendeva il sole in topless sulla terrazza della villa dei genitori, in Sardegna. Era l'agosto del 1992. Le foto, rubate con un teleobiettivo, vennero pubblicate da «Novella 2000». Lei querelò e i giudici le diedero ragione, perché le immagini la ritraevano non in un luogo pubblico, bensì a casa sua e senza la sua autorizzazione. Celebri anche le immagini, che oggi il garante avrebbe bocciato, di Sarah Ferguson colta nel 1992 in calde effusioni con il texano John Bryan in una villa di Saint Tropez, o quelle di Roberto Benigni che nel 1996 fu fotografato mentre faceva pipì nel giardino della sua villa in Toscana. Diverso, all'inizio della scorsa estate, il caso del presidente della Camera Gianfranco Fini, sorpreso dai paparazzi nel pieno di un gioco amoroso con la sua compagna, Elisabetta Tulliani, consumato en plein air su una barca nel mare di Porto Ercole. O quello di Pierferdinando Casini, beccato mentre si cambiava il costume, in barca con la famiglia.