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Il governo dice sì al piano delle Regioni

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L'esecutivo e il gruppo torinese hanno assicurato l'appoggio all'iniziativa, un progetto di investimento che punta principalmente sulla ricerca e sull'auto pulita per sostenere la produzione ed aggirare il rischio di eventuali chiusure. Se, infatti, il numero uno della Fiat, Sergio Marchionne, ha offerto rassicurazioni sugli impianti italiani e ha difeso le «radici» nazionali del gruppo, ora proiettato verso nuovi scenari internazionali, ha anche richiamato la necessità di una «razionalizzazione». Ha annunciato che Termini Imerese, in Sicilia, abbandonerà la produzione auto, parole che hanno immediatamente allarmato i sindacati. E non ha negato che nel ramo della produzione di mezzi agricoli e di macchine da costruzione sarà necessario un piano esuberi e una riorganizzazione dei siti produttivi. Una prospettiva che impatta su Lecce, Imola, San Mauro Torinese, dove operano strutture della controllata Cnh. Un quadro che rischia di avere risvolti sul piano locale, di fronte al quale le realtà regionali interessate da stabilimenti Fiat, rilanciano, presentando un proprio programma da circa 900 milioni di euro e chiedendo la compartecipazione finanziaria del governo e delle aziende dell'automotive, Fiat in testa. L'ok all'iniziativa è arrivato al tavolo tenutosi ieri a Palazzo Chigi e ha segnato un punto a favore delle Regioni. Nell'incontro non si è parlato di cifre, «ma c'è stata completa disponibilità a valutare il piano in sede nazionale e a cooperare», ha sintetizzato il presidente del Piemonte, Mercedes Bresso. Se l'auto ecologica è il perno su cui lavorare, non bisogna trascurare - ha ricordato Bresso - la domanda pubblica, collegata ai mezzi di trasporto urbani o alle flotte per la raccolta rifiuti. Una domanda che va «sollecitata». Il metodo avviato ieri con il tavolo romano ha segnato un passo in avanti anche per il governatore abruzzese, Gianni Chiodi, perché «coinvolge tutte le parti in causa» e obbliga a «fare sistema». Restano i timori per il calo della domanda di veicoli industriali e per le attività della Val di Sangro, ma «Fiat ha chiarito - ha aggiunto Chiodi - che non intende smobilizzare gli investimenti fatti».

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