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Il Pd si aggrappa ai quotidiani

Massimo D'Alema

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Da oltre un mese le uniche notizie che hanno portato una ventata di sollievo e di ottimismo dalle parti del partito Democratico sono state quelle della festa alla quale ha partecipato il premier a Casoria, con l'ormai famosa Noemi Letizia — notizia «cavalcata» per tutta la campagna elettorale dal giornale diretto da Ezio Mauro — e l'ultima, pubblicata ieri dal quotidiano di via Solferino, nella quale Patrizia D'Addario, avvenente candidata del Pdl bocciata alle europee, erutta accuse contro Berlusconi. In mezzo ai due episodi «pecorecci» c'è poco o nulla da parte dell'opposizione. C'è poco di politica, nei discorsi di Dario Franceschini, c'è il nulla per quel che riguarda proposte e idee. Il Pd negli ultimi mesi non è riuscito a incalzare il presidente del consiglio sui temi importanti dell'agenda italiana. È mancata l'iniziativa sulla politica economica, i partiti sono stati costretti a condurre una campagna elettorale solo sul gossip, ignorando totalmente i temi della politica europea, e, alla fine, al Pd è scivolata via anche la speranza che la visita del Cavaliere al presidente degli Stati Uniti si trasformasse in un boomerang per l'Italia. E allora restano le «pallottole» di carta, quelle alle quali si aggrappano Franceschini e gli altri esponenti del Pd. Gossip, racconti di presunti favori non concessi, ragazze, feste, appuntamenti al buio. Argomenti che il Pd sfrutta per attaccare il presidente del Consiglio. Di politica vera, di proposte, resta assai poco. Sembra quasi che i veri leader del partito Democratico ormai siano Noemi Letizia e Patrizia D'Addario. In omaggio, forse, alle quote rosa tanto sbandierate in campagna elettorale. E intanto Massimo D'Alema, dopo aver lanciato domenica nella trasmissione di Lucia Annunziata la profezia di future «scosse» al governo, ieri ha subito alzato un muro difensivo: «Se qualcuno ha il coraggio di dire che manovro inchieste giudiziarie, lo denuncio perché è un mascalzone e un bugiardo». Ma poco prima aveva invitato Berlusconi a ripondere a quanto scritto dal «Corriere della Sera»: «Consiglierei a Berlusconi di rispondere, di chiarire. Ma non a me, io non c'entro nulla e sono anche scarsamente interessato». E ancora: «Dell'inchiesta di Bari non sapevo nulla. Sono rimasto colpito anche io dalle notizie lette. Anziché strillare al complotto Berlusconi chiarisca. Chiunque abbia ascoltato la mia intervista, ha visto che parlavo della instabilità politica del Paese». A dargli sostegno è arrivata poco dopo la dischiarazione di Dario Franceschini: «Massimo D'Alema ha risposto con determinazione e indignazione alle accuse assurde del Pdl. E ha ragione: tutti quelli che lo hanno ascoltato hanno capito perfettamente che quando parlava di scosse si riferiva a fatti politici». «Tutto il resto — prosegue — fa parte del solito copione di Berlusconi e della destra, fatto di attacchi a tutto e tutti, la stampa, l'opposizione, la magistratura, gridando al complotto per cercare di trasformarsi in vittima e raccogliere qualche voto in più ai ballottaggi. Già visto cento volte, non funziona più». La risposta migliore è arrivata da Niccolò Ghedini: «Berlusconi è tanto poco ricattabile che, alla proposta di acquistare le foto, scattate a Villa Certosa per 1 milione di euro, si è rivolto alla Procura per dimostrare la sua buona fede».

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