Un proiettile per Alfano

L'episodio, accaduto ieri mattina, ha provocato un moto di sdegno bipartisan. Anche il Pd ha fatto quadrato attorno al ministro. Ad Alfano è giunta anche la solidarietà del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del vice presidente del Csm Nicola Mancino («nessuna minaccia potrà condizionare l'azione politica e istituzionale del ministro), e del presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara («una vile intimidazione»). Sui due plichi minatori indaga ora la Digos. Ed è il contenuto della lettera a Piscitello, con minacce al magistrato che fino a pochi mesi fa svolgeva l'attività di sostituto procuratore presso la Dda di Palermo, che farebbe ritenere l'intimidazione collegabile con le indagini da lui svolte in Sicilia, dove si è occupato di importanti inchieste sulla mafia trapanese. Già lo scorso ottobre arrivò un altro plico per Piscitello, con dentro quattro proiettili. Anche Alfano non è nuovo a minacce di tal genere (la sua tutela è stata potenziata in novembre, dopo una serie di messaggi di morte), ma il fatto che il bossolo del proiettile sia uguale a quello arrivato a Piscitello e che nella lettera a quest'ultimo si faccia riferimento ai «vetri divisori» nelle carceri, viene interpretato come un'intimazione a frenare sulle misure antimafia. Il ddl sicurezza che oggi approda in commissione Giustizia al Senato contiene infatti l'inasprimento del 41bis (il carcere duro per i mafiosi portato da due a quattro anni, con proroghe biennali anzichè annuali e con controlli molto più rigidi durante i colloqui tra detenuti e familiari anche attraverso l'obbligo del vetro divisorio) e il giro di vite sulla confisca e il sequestro dei beni mafiosi. Il Guardasigilli ha avuto la solidarietà di numerosi esponenti del Pd. Anna Finocchiaro condanna quelle che considera «intimidazioni di stampo mafioso alle istituzioni». Stesso tono da Giuseppe Lumia, Lanfranco Tenaglia, Donatella Ferranti, e dal segretario dell'Udc Lorenzo Cesa.