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Ahmadinejad incoronato Moussavi: annullate il voto

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Mentre Teheran continuava a risuonare di clacson impazziti e ad urlare in segno di protesta per i risultati delle elezioni di venerdì scorso, ieri è stata la giornata dell'incoronazione ufficiale di Mahmoud Ahmadinejad. Piazza Valiasr, la stessa che sabato è stata teatro di scontri e nei giorni precedenti luogo delle manifestazioni pro Moussavi, ha accolto il discorso del presidente iraniano ai suoi sostenitori e alla nazione, dopo che poche ore prima aveva tenuto una conferenza stampa al Ministero dell'Interno. Tutto chiaro, tutto pulito e nessun dubbio sulla regolaritá delle operazioni di voto, nè sui conteggi per Ahmadinejad: «siamo una grande democrazia» e «questi risultati rispondono al volere del popolo». Senza lasciare spazio a repliche, il capo dell'esecutivo iraniano ha risposto alle accuse di brogli e all'annuncio che Moussavi, che ha chiesto l'autorizzazione per una grande manifestazioni, oggi, ha chiesto formalmente al Consiglio dei Guardiani di annullare il voto: «loro pensavano di vincere e invece è andata diversamente. Facciano pure, dovranno provare ció che dicono». E le proteste? Anche quelle, nulla di cui preoccuparsi. «Le elezioni sono come una partita di calcio, ognuno vorrebbe che vincesse la squadra per cui tifa. E sarebbe stato ridicolo pensare che tutto il popolo iraniano avrebbe votato per me». Bidoni della spazzatura dati alle fiamme anche nei quartieri lontani dal centro e sedi di alcune banche incendiate; cortei di protesta; polizia, paramilitari o basiji, mescolati in abiti normali tra la folla, agenti in assetto da guerriglia che impazzano in motocicletta tra la gente; ambulanze e feriti, anche ieri davanti all'Universitá Statale (si parla anche di tre morti, ma la notizia non ha ricevuto conferma); cori che rispolverano gli slogan della Rivoluzione Islamica: tutto questo non ha spazio sui media ufficiali iraniani, quindi, per il governo e la Guida Suprema è come se non esistesse. Eppure il capo della Polizia, ieri, ha confermato di aver effettuato alcuni arresti. La comunicazione fra le persone va avanti, anche se i siti di Facebook, You Tube, BBC, Ghalam.ir e altre fonti di contro-informazione continuano a essere bloccati, come pure gli sms. Il dubbio, in questo momento, soprattutto fra i giovani, è quale sia il modo migliore per continuare a farsi sentire. Scendere ancora in piazza come si sta facendo in questi giorni, rischiando le conseguenze che molti dei loro coetanei hanno giá provato sulla propria pelle, o tentare la via della resistenza passiva? Anita e Sasan, una giovane coppia, hanno proposto di continuare a mostrare i simboli verdi che oramai non contraddistinguono piú i soli sostenitori dello sconfitto Mir Hossein Moussavi, ma anche coloro che si sentono traditi da questo risultato elettorale e che vogliono un cambiamento. C'è chi ha sfoggiato un bigliettino verde, legato alla borsa con un nastrino dello stesso colore, con la scritta, in inglese e in farsi, «Dov'è il mio voto?». Sahar si dice intenzionata a continuare con questa forma di protesta silenziosa. Maryam, invece, sta chiamando a raccolta i suoi amici e i suoi familiari, informandoli che domani tutti dovranno astenersi dall'andare al lavoro. A ognuno di loro ha chiesto di non interrompere la catena telefonica, anzi di avvisare piú persone possibili. Da sabato sera, poi, qualcuno ha deciso di salire sui tetti, come si faceva durante la rivoluzione, per urlare «Allah Akbar» al sicuro dalla polizia. Proteste e manifestazioni, intanto, si sono estese anche nel resto del Paese. A Isfahan, alcuni studenti sono stati arrestati davanti all'universitá, mentre a Teheran la notte è diventato difficile anche chiudere occhio, perchè la protesta non va a dormire.

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