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Berlusconi manager: tecniche di marketing per ricucire con Gheddafi

Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, accoglie il leader libico Muammar Gheddafi all'aeroporto di Ciampino

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Silvio Berlusconi ha utilizzato oltre alla sua esperienza di politico anche quella da imprenditore per evitare che la visita di Muammar Gheddafi in Italia si trasformasse in una disfatta. Così venerdì quando, a tarda notte, è andato a trovare il leader libico nella sua tenda a Villa Pamphili ha sfoderato le armi da mediatore commerciale per ricucire lo strappo con il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che per il ritardo nell'incontro fissato a Montecitorio gli ha chiuso la porta in faccia. Gli insegnamenti ai venditori della Publitalia, l'azienda di raccolta della pubblicità, sulla quale Cavaliere ha costruito la sua fortuna nella prima fase della sua vita, gli sono stati sicuramente utili. Di fronte il premier Berlusconi ha trovato un «cliente originale, certamente difficile, ma da trattare con i guanti bianchi e la cui fiducia deve essere conquistata». Questo il profilo del Colonnello che Berlusconi ha fafatto ieri dal palco dei giovani di Confindustria riuniti a Santa Margherita Ligure. Anche il marketing insomma si è rivelato funzionale a non far scappare offeso il capo della Jamhairia e perdere i tanti affari in via di definizione con la Libia. Così complice l'uomo d'affari tunisino Tarak Ben Ammar (amico sia di Berlusconi che di Gheddafi), il colloquio è stato organizzato in extremis e a «casa» del colonnello. Il quale, nonostante abbia detto a Massimo D'Alema e Beppe Pisanu che aveva ritardato all'appuntamento della Camera a causa di «un malore», si è materializzato in splendida forma a piazza di Spagna per poi spostarsi a piedi in doppiopetto, camicia rossa e stola nera, in uno dei più famosi ristoranti della capitale. Intanto il premier, come previsto, si preparava a lasciare Roma per spostarsi in Liguria ha cambiato direzione. Invece che all'aeroporto, la sua macchina è diretta si verso l'Aurelia e più precisamente a villa Doria Pamphili «Muammar Gheddafi è stato trattato come un cliente originale, sapendo che è un pò originale. Ma se trovi la chiave per trattare un cliente originale te lo conquisti per tutta la vita», ha spiegato Berlusconi spiegando che «nella politica è come nella vita normale e per risolvere i problemi bisogna comportarsi come con i clienti». D'altronde, ha aggiunto, Gheddafi è «un uomo intelligentissimo». E poi, ha sintetizzato Berlusconi con pragmatismo, «dovevamo chiudere una ferita aperta con la Libia; io mi sono applicato a questo e ho riconquistato la fiducia di Gheddafi». Inoltre, ha detto ancora, si è chiusa del tutto la tristissima pagina del colonialismo italiano, tutto sommato spendendo anche poco: «C'è un pagamento da fare, niente rispetto a quel che abbiamo fatto in Libia in quegli anni. Valeva quindi la pena chiudere un occhio di fronte alle intemperanze ed alle stranezze del colonnello e fare oggi di Italia e Libia «due Paesi amici». Lo dimostra anche il raggiungimento di diverse intese economiche come, ad esempio, «l'allungamento di trent'anni del contratto con Eni». Muammar ieri è ripartito. Ma per poco. Una nuova puntata andrà in onda tra meno di un mese ma si svolgerà a l'Aquila, dall'8 al 10 luglio, dove è atteso per partecipare al vertice G8 nella sua veste di presidente di turno dell'Unione Africana (Ua). Garantiti anche in Abruzzo ritardi, amazzoni e sorprese.

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