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«Troppi anche 10 minuti Il Colonnello si scusi»

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Ministro La Russa, come commenta la decisione di Fini di annullare il convegno con Gheddafi per ritardo del Colonnello? «Non commento». Come non commenta? «No, guardi. Non mi va di parlarne». Perché? «Non conosco la vicenda. Ho solo letto qualche agenzia, non conosco bene la vicenda. Non ho avuto altri contatti». D'accordo, ma lei conosce molto bene Fini. Perché l'ha fatto? «Guardi, Fini già se fai dieci minuti di ritardo si spazientisce. Non è ammesso arrivare tardi a un appuntamento. Può succedere che non ti riceva più». Anche con un Capo di Stato? «Dalle scarne notizie che ho letto Fini ha detto di aver considerato il ritardo di Gheddafi "non giustificato"». E che cosa vuol dire? «Scusi. Erano proprio due ore di ritardo. Ne è sicuro?» L'incontro era fissato per le 16.30, l'annuncio di Fini è delle 18.30. «E allora "non giustificato" vuol dire che anzitutto aveva notizie certe che Gheddafi non sarebbe arrivato di lì a qualche minuto. Insomma, non era per le scale». E poi che cos'altro ancora? «E poi che quel ritardo non era dovuto a cause di forza maggiore. Non si erano verificati incidenti e/o altro ancora. Ripeto, sto interpretando quello che ho letto. La mia non è una versione ufficiale». A quel punto l'annullamento dell'incontro è necessario? «Necessario non so, non lo chieda a me». Sembra una decisione coerente con la difesa delle istituzioni, bandiera dell'agire finiano. «Anche qui, per piacere, non insista. Sono un ministro del governo». Bene, ma secondo lei questa decisione di Fini può mettere a repentaglio i rapporti tra i due Paesi? «Mi aspetto che Gheddafi si scusi. Però la valutazione generale spetta al presidente del Consiglio». Be', lei conosce molto bene anche Berlusconi... «Sì, ma non l'ho sentito. Non sono nella sua testa e non posso sapere quale tipo di valutazione ha compiuto il presidente del Consiglio. Sono in macchina e sto andando a un incontro, non saprei». Ministro, questa visita è iniziata male dal primno giorno. «A che cosa si riferisce?» Gheddafi ha fatto ritardi ovunque, a tutti gli appuntamenti istituzionali. «Non so dirle. Ieri ero all'estero per viaggio». Avrà visto però un tono provocatorio dal primo giorno. Gheddafi che scende dall'aereo con la foto dell'eroe italiano appesa al petto. «Questa non è una domanda. È una provocazione, non le rispondo». È una semplice domanda. «Sì, ma la fa proprio a me? No, sbagliato. Tutto sbagliato». Che cosa era sbagliato? «Penso sia colpa della sinistra. La sinistra ha cominciato a fare bacccano da alcuni giorni prima dell'arrivo. Gli voleva a tutti i costi vietare l'Aula del Senato. L'ha indispettito. Quella foto era già una risposta a chi l'aveva provocato. E ora basta, non mi faccia dire altro».

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