Abbiamo varato la legge sulle intercettazioni, provvedimento mirante a restituire alle persone uno scudo contro l'invasività, talora devastante, del circo mediatico- giudiziario.
Sitratta di un recupero di civiltà, tant'è che nel voto finale alla Camera, lo scrutinio segreto ha consentito a non pochi deputati dell'opposizione di votare «sì». Del resto, una legge più o meno simile l'avrebbe potuta predisporre ed approvare il centro-sinistra. Quando le telefonate di Fassino e D'Alema finirono sui giornali, la sinistra, non a torto, si risentì, gridando al complotto destabilizzante. Coloro che oggi adorano De Magistris fecero, allora, del gip Forleo un'eroina, mentre le forze liberaldemocratiche di sinistra e di destra protestarono contro la barbarie della giustizia-spettacolo. Certo, questa stessa legge, se firmata da Prodi, avrebbe guadagnato quanto meno il silenzio-assenso dell'Anm ed una spruzzata di incenso benedetto da parte del Csm. Anche davanti allo Spielberg per i cronisti, nessuno di quelli che oggi si appellano, per una pena pecuniaria e non più il carcere, alla libertà di stampa, avrebbe scomodato l'articolo 21 della Costituzione. Allora, perché, urli e appelli allarmati al capo dello Stato? Da parte delle opposizioni, purtroppo, l'ululato alla luna, ormai, è la regola: in mancanza di argomenti, non resta loro che gridare al fascismo alle porte, quand'anche l'abbaiare odierno contraddica quanto essi stessi proponevano appena due anni addietro. Il nostro mondo, quando si sia perduto il filo della politica alta e fattiva, può ridursi anche a demagogia di gola; niente, perciò, di veramente inaudito e sconvolgente nei Palazzi, talvolta, ridotti anche al «parlamento» addosso. Intollerabile è, invece, la reazione scomposta dell'Anm, che annuncia con «sgomento», degno di miglior causa, «la morte della giustizia penale». A proclamarlo sono gli stessi magistrati, che, nell'ultimo lustro, per inefficienza ed oblomovismo, hanno graziato oltre un milione di criminali, facendo andare in prescrizione centinaia di migliaia di procedimenti ancora in fase di indagini preliminari, come a dire che la notizia di reato fu… siccome immobile nei cassetti. Eppure, pur senza limite alcuno all'uso delle intercettazioni, più del 95% dei reati, anno dopo anno, rimangono impuniti . La casta togata non bada alle fughe di notizie che rovinano le persone, a meno che non riguardino le telefonate di Prodi: nel settembre 2008, appena apparse sui giornali, scoppiò addirittura una guerra tra la Procura di Roma e quella di Bolzano. Adesso, strepitano per coprire la verità: la giustizia, penale e non solo, infatti, l'hanno uccisa loro. Agostino Cordova trovò nella Procura circondariale di Napoli le prove del delitto perfetto: 700 mila fascicoli abbandonati per terra, 2 milioni e mezzo di informative di polizia intonse, 10 mila provvedimenti urgenti disposti e mai tradotti in pratica. Cordova denunciò e fu cacciato.