Grillo show a Palazzo Madama Schifani: "Qualunquismo e volgarità"
{{IMG_SX}}Il vocabolario è quello di Beppe Grillo. I senatori sono «antistorici e vecchi», fra le elette si trovano delle «zoccole», il premier è uno «psiconano». Il luogo, però, non è una piazza ma la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Il comico genovese è lì per essere ascoltato sul ddl di iniziativa popolare per una riforma della legge elettorale, ma l'occasione è ghiotta. E non si trattiene. «È un Parlamento di nominati in cui sono stati scelti amici, avvocati e qualche zoccola» esordisce. Quindi l'attacco ai condannati: da Totò Cuffaro a Marcello Dell'Utri. «Tutti eletti per meriti giudiziari», sentenzia. Visto che si trova lì Grillo non trascura di fare le pulci al provvedimento sulle intercettazioni contro il quale annuncia disobbedienza civile. «Sono incazzato come una bestia», spiega parlando a margine dell'audizione. E alla domanda se pensa che saranno in molti a seguirlo nella disobbedienza civile, risponde: «Se saremo tanti, vedremo chi è che poi combina un reato se chi fa la disobbedienza o chi fa le leggi. Teniamo presente che noi abbiamo un centinaio di parlamentari che fanno le leggi ma loro sono dei fuorilegge». Parole che, però, non piacciono al presidente del Senato Renato Schifani. «Non ci si può rivolgere al Parlamento - commenta amareggiato il presidente del Senato - e nello stesso tempo offenderne i componenti. L'offesa qualunquistica e volgare contro il Parlamento è già stata usata con esiti drammatici contro le istituzioni. Non dobbiamo assecondare istinti e pulsioni che nulla hanno a che fare con la tutela delle nostre istituzioni». Ma le più arrabbiate sono le donne. Apostrofate da Grillo con il termine «zoccole», le senatrici di tutti i gruppi hanno deciso di querelare il comico.