Uno schiaffo al partito dei giudici
Proviamo a immaginare se le frasi pronunciate da Napolitano fossero uscite dalla bocca di qualche esponente del Pdl. Apriti cielo. Avremmo sentito parlare di attacco alle istituzioni. Di ricerca dell’impunità, di imperatori e peronismo. Ma è Napolitano a parlare e cosa dice? Che c’è troppo protagonismo tra i pm, che le procure litigano tra loro e nel Csm ci sono logiche correntizie. Tutto questo per arrivare alla conclusione che la magistratura ha perso prestigio e la fiducia dei cittadini. Il fatto è proprio questo. Il problema non è il lodo Alfano, non sono le polemiche politiche. Il problema è che i cittadini hanno poca fiducia nella Giustizia. Una presa di posizione coraggiosa quella di Napolitano dopo il voto, che a sinistra sembra premiare le forze giustizialiste, quanti cioè sbandierano ancora un preoccupante amore per il tintinnio di manette. Un avvertimento a quella parte della sinistra che ritiene di dover seguire i Di Pietro o i De Magistris per recuperare consensi. Di accodarsi al partito dei pm. Una strada che non solo mette sotto i tacchi quella parte di tradizione garantista che pure esiste a sinistra, ma che fa solo del male alla magistratura, che per recuperare credibilità deve dare prova di autonomia. Un Paese ha bisogno di una magistratura indipendente. Non certo di pm che dopo battaglie condotte in nome del popolo italiano poi passano tranquillamente a recitare un ruolo politico. Dal Capo dello Stato arriva un monito. Ora sta ai partiti e alla magistratura raccoglierlo. Nell’interesse della Giustizia.