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Cade anche Marzabotto, il vento è cambiato

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Èil migliore esempio, l'emiliana Marzabotto, che nelle regioni dominate dalla sinistra, le cosiddette roccheforti rosse, il 6 e il 7 giugno si è compiuto un clamoroso strappo: dall'Emilia-Romagna alla Toscana, dalle Marche all'Umbria, il vento dell'Est ha cambiato direzione e il vecchio potere degli ex-comunisti non è più granitico, anzi si è logorato in modo irrimediabile. In Emilia-Romagna è successo di tutto: il centrodestra ha vinto alla Provincia di Piacenza, è arrivato al ballottaggio alla Provincia di Rimini e ai Comuni di Bologna, Ferrara, la città di Franceschini, e Forlì. Per non parlare della Toscana dove il Pd, da Firenze a Prato, è costretto a ricorrere ai supplementari. Franceschini non ha più alibi: se, subito dopo i risultati alle Europee, aveva potuto confondere le acque, lunedì è stato messo con le spalle al muro. Domenica notte il segretario del Pd aveva insistito sul fatto che non c'era stato il previsto plebiscito a favore di Berlusconi; e che quindi, mal comune mezzo gaudio, non era poi andata così male al Partito Democratico, che pure aveva lasciato sul campo oltre tre milioni di voti rispetto alle Politiche del 2008. Ma, dopo il verdetto delle Amministrative, il Dario nazionale si è dovuto trincerare in un silenzio quasi religioso: come trovare nuove scusanti? Come mascherare una sconfitta del Pd che, con il passare delle ore, è diventata una specie di Waterloo? Il risultato dei mille campanili d'Italia ha, insomma, fatto giustizia delle tante bugie che sono state dette subito dopo la chiusura delle urne. È vero che Berlusconi era in possesso di alcuni sondaggi che avevano previsto una vittoria molto più larga del Pdl alle Europee, ma l'errore di questi sondaggi è stato determinato soltanto dall'astensionismo: nessuno aveva, infatti, previsto un calo dei votanti così accentuato perché pochi si erano realmente resi conto di quanto grande fosse la disaffezione anche degli italiani nei confronti dell'Europa e dell'ideale europeo. Non appena l'affluenza è salita, con lo scrutinio dei voti alle elezioni provinciali e comunali, ecco che l'avanzata del centro-destra e il ripiegamento delle sinistra si sono delineati in modo molto più chiaro. È stato, in particolare, clamoroso il recupero di Alfredo Cazzola, appoggiato dal Pdl, a Bologna: a differenza di Cofferati, il candidato del Pd, Flavio Delbono, ha fallito l'obiettivo al primo turno e oggi la situazione appare molto fluida, magari con l'arrivo sotto le due Torri dello stesso Berlusconi, come successe, l'anno scorso, anche a Roma. Vi ricordate? Alemanno rovesciò la situazione al secondo turno e soffiò la poltrona di sindaco a Rutelli. Sempre a Bologna, la sconfitta patita dal terzo incomodo, Giorgio Guazzaloca, che non è andato più in là del 12% dei consensi, dimostra anche come la primavera delle liste civiche sia, ormai, tramontata: senza l'appoggio dei partiti, nessuno, neppure un ex-sindaco, riesce ad andare troppo lontano. Una lezione per tutti.

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