La conferma di Berlusconi
E il trionfo del Carroccio
Il Popolo della Libertà cresce ma non realizza lo sfondamento del 40%; il Pd perde consensi ma resta al di sopra della soglia psicologica del 27,5. Lega Nord e Italia dei Valori in crescita. Chiuse le urne, si passa al conteggio dei voti, ai primi bilanci. Il dato finale è che il Pdl vince le elezioni Europee. Senza però superare la quota prefissata, quel "4 davanti" che il premier ha invocato tante volte e su cui si sono create tante aspettative. Stando alle ultime proiezioni diffuse a tarda notte il Pdl sarebbe al 35%, il Pd al 26,8% e la Lega al 9.8%. La maggioranza comunque tiene, grazie soprattutto alla grande crescita del Carroccio. Alle scorse politiche Pdl e Lega insieme hanno ottenuto il 45,7%. Stavolta potrebbero arrivare al 44,5%. Se dalle parti di via dell'Umiltà fanno notare che l'astensionismo incide notevolmente sul dato finale, per il presidente del Consiglio si tratta comunque di un risultato importante. Soprattutto alla luce di quanto successo nell'ultimo mese. «Alla fine gli italiani saranno con me», ha ripetuto più di una volta Berlusconi in queste settimane, tacciando la strategia di campagna elettorale scelta dalla sinistra «come un boomerang per loro». Per oltre un mese non si è parlato d'altro: veline, feste, separazione Berlusconi-Lario. Arrivando così ad avere la meno europea di tutte le campagne elettorali europee. Fino all'ultimo a tenere banco, infatti, è stato il caso Noemi e il suo seguito, quello dei voli di Stato usati anche da ospiti e amici del presidente del Consiglio. E fino all'ultimo Silvio Berlusconi e Dario Franceschini se le sono date di santa ragione (ma anche Antonio Di Pietro non è restato con le mani in mano). Il dato elettorale servirà ora al presidente del Consiglio per ristabilire alcuni equilibri interni. A cominciare dal rapporto con la Lega, soprattutto nelle partite che riguardano le regioni del Nord. E non solo. Magari, il Cavaliere potrebbe ora tentare nuovamente un avvicinamento con l'Udc. Contrariamente a quanto si credeva in in primo momento, e cioè che avrebbe votato sabato, Berlusconi è arrivato ieri al seggio di voto, a Milano, un quarto d'ora circa prima delle 19. Assieme a lui c'erano il candidato del Pdl alla presidenza della provincia, Guido Podestà, e la candidata al parlamento europeo Licia Ronzulli. All'uscita del seggio, il Cavaliere si è trattenuto lungamente con la folla che lo aspettava all'uscita. «Penso che saremo il numero uno in Europa come affluenza alle urne, saremo quelli che hanno avuto la più alta percentuale in Europa» ha detto il premier. In effetti, nel panorama europeo, l'affluenza è calata. In alcuni paesi, anche di tanto. L'Italia si attesta invece intorno al 67,14%, tra le percentuali più alte. Oltre alla forte astensione, l'altro dato che starebbe emergendo in tutta Europa sarebbe la vittoria dei partiti conservatori o di destra contro i socialisti e le formazioni di centrosinistra. In molti Paesi Ue trionfano inoltre formazioni euroscettiche o di estrema destra. Con i numerosi simpatizzanti che lo aspettavano all'uscita Berlusconi torna a parlare del piano di "new-town" destinato alle giovani coppie. Il premier annuncia che partirà dopo l'estate. «C'è un programma di new-town da fare vicino ad ogni capoluogo di provincia delle città - ha detto Berlusconi uscendo dalla scuola - in base al numero delle richieste soprattutto dei giovani che non riescono a sposarsi perchP non hanno la prima casa. Ci sto lavorando da diversi mesi e penso che adesso siamo pronti a farlo. In settembre dovremo tradurlo in realtà». E ancora: «Cercheremo di avere terreni gratis perché li pagheremo con cubature e poi ci metteremo d'accordo con le banche e i costruttori per mettere in grado i giovani di avere un rateo dei mutui inferiore addirittura ai canoni di affitto di mercato». «E Kakà?» gli ha chiesto qualcuno. «Lo sentirò domani sera (oggi ndr) al telefono. Dipendesse da me rimarrebbe qui, comunque nulla è ancora deciso». Berlusconi ha seguito lo spoglio elettorale da Arcore, anche se sempre collegato con gli uffici di via dell'Umiltà. Il capo del governo dovrebbe rientrare oggi a Roma. La sua agenda è già fitta di appuntamenti. Alcuni sono sotto la voce "priorità" come i lavori per il G8, o la ricostruzione dell'Abruzzo. E chissà che il premier non riprenda in mano anche il dossier riforme, fermo da settimane sulla sua scrivania, ma a cui non ha avuto modo di poterci pensare finora? Primo capitolo: riduzione del numero dei parlamentari.