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"Vado a votare subito I nostri sonnecchiano"

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Paolo Bonaiuti siede davanti a lui, assieme rivedono gli ultimi testi di una lunga campagna elettorale. Lunga e massacrante. Berlusconi si mette con la penna in mano per fare le ultime correzioni. Poi la lascia cadere e sbotta. «No, non ci sto». Un attimo di silenzio e poi riprende: «Non ci sto con la testa». Si sta per chiudere la campagna elettorale che forse più di tutte ha logorato il premier. Logorato dentro. Con attacchi violenti sino all'intimità del Cavaliere. Dentro casa sua. Berlusconi s'è dovuto occupare per quaranta giorni di Noemi, la ragazza di diciotto anni alla cui festa di compleanno s'è recato ormai nel lontano 26 aprile scorso. E soprattutto Veronica, la moglie, che ha tirato sassate pesanti contro il marito di fatto segnando la campagna elettorale e invadendo i giornali italiani e in particolare esteri. Così si avvia a conclusione forse l'unica campagna elettorale di Berlusconi senza guizzi, senza invenzioni all'ultimo momento, senza assi tirati fuori a sorpresa. Non è quella del '94 del sogno italiano, non è quella del 2001 dei manifesti e del «presidente operaio». Non quella nemmeno del 2004, quella delle precedenti Europee quando volle il rendiconto del governo e lanciò l'appello al voto utile contro la preferenza ai piccoli partiti che poi verrà copiato quattro anni dopo da Veltroni. Stavolta non ci sono sortite. Berlusconi passa le giornate a rintuzzare gli attacchi. L'ultimo lo legge proprio sull'aereo, arriva da Massimo D'Alema: «Il governo pensa solo a fare spot». Il premier sbotta: «Ma come si fa a dire queste cose? Come si fa? Rispondetegli, attaccatelo, massacratelo uno così. Ma come si fa a dire queste robe con tutto quello che abbiamo fatto. E poi dicono che D'Alema è uno di grande intelligenza», insiste. Non c'è dubbio che nel vuoto del Pd, dalla soavità di Franceschini alla vacuità di Veltroni, solo Baffino riesce a colpire. Colpire duro, tanto che Berlusconi vuole organizzare la controffensiva. Certo è rimasto impressionato dai vuoti in sala al Palaghiaccio alla manifestazione appena finita. «I nostri sonnecchiano ancora - ragiona il premier -. Vado a votare appena si aprono i seggi, sabato. Così mi vedono in tv e si ricordano tutti che ci sono le elezioni. Non voglio cadute di tensione in questa fase finale». Gli resta l'ultima chance. La registrazione di Matrix oggi pomeriggio a Roma. È l'ultima occasione, chissà che Berlusconi non peschi una sorpresa finale come fu l'abolizione dell'Ici che spiazzò il rivale Prodi. Chissà, Berlusconi sarà pure ferito. Ma è pur sempre imprevedibile e dalle risorse illimitate.

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