"Meno male che Dario c'è, il Pd si fa male da solo"

L'affondo è chiaro: «Meno male che Dario c'è». O ancora: «Un Franceschini al giorno toglie il Pd di torno». Non sono frasi citate a caso, o nuovi slogan elettorale. Sono in realtà affermazioni che racchiudono tutto il pensiero politico di Silvio Berlusconi. Una convinzione maturata anche alla luce del recente j'accuse mosso dall'opposizione contro la sua persona. «Un boomerang», continua a ripetere. Tutto il fango gettato sulla sua vita privata, ragiona Berlusconi, non fa altro che «dimostrare agli italiani come stanno veramente le cose, e soprattutto che la sinistra non ha niente altro a cui appellarsi se non gli attacchi personali». Berlusconi parla dal salottino di Porta a Porta. Davanti a lui tre giornalisti per una delle ultime interviste televisive prima del voto di questo fine settimana. Alle sue spalle, sul grande video dello studio di via Teulada, è riportata la frase da lui pronunciata il giorno prima, "non mollo". In realtà, precisa immediatamente il presidente del Consiglio «io non ho mai pensato di mollare. Non fa parte della mia filosofia. Porto sempre a termine un impegno preso». Quindi niente voto anticipato, dice il Cavaliere, «è pura fantapolitica». Se da una parte l'intento è quello di puntare tutto sui temi al centro della campagna elettorale e quindi Europa, governo, la crisi economica, compreso il rapporto con gli altri partiti di maggioranza (in primis la Lega), dall'altra è praticamente inevitabile non iniziare l'intervista con qualche domanda su quello che è stato l'argomento clou dell'ultimo mese, e cioè il caso Noemi. Vespa prova a pungolare il capo del governo proprio su questo, e lo fa chiedendogli se si è pentito di essere andato alla famosa festa di Casoria. Berlusconi non ci pensa un attimo e risponde: «Assolutamente no. L'avevo promesso ed io mantengo sempre le mie promesse». E sull'accusa di aver utilizzato voli di Stato per portare alcune persone nella sua villa in Sardegna (a seguito della quale la Procura di Roma ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di abuso d'ufficio dopo una denuncia del Codacons) il premier dice di essere «nella tranquillità più assoluta perché abbiamo seguito le regole», aggiungendo che si tratta di «cose molto meschine» perché un premier è costretto per ragioni di sicurezza ad usare voli di Stato. E «se c'è qualche persona in più non costa una lira». Caso Noemi, dunque, archiviato. Almeno per ora. Per il resto, nel suo discorso davanti alle telecamere Berlusconi mette al centro le elezioni europee. Come fatto nei pochi giorni di campagna elettorale («non ne ho fatto perché faccio il presidente del Consiglio») il premier evidenzia l'importanza di arrivare con un certo peso in Europa. Per non dire poi, tornando nei confini nazionali, quanto sarà rilevante ottenere a queste elezioni un certo risultato, condizione cruciale per ristabilire alcuni equilibri interni. Su questo non si parla solo di Pd (nel «marasma più totale e prossimo ad uno smembramento»), ma anche del rapporto con la Lega. Proprio con il Carroccio ci sono sul tavolo questioni importanti, vagliate sicuramente subito dopo il voto. A cominciare dalle regionali del prossimo anno, con il Veneto particolarmente a cuore dei leghisti. «Il partito che otterrà il miglior risultato in Veneto indicherà il futuro presidente della Regione», spiega il premier. Oggi pomeriggio, Berlusconi chiuderà la campagna elettorale a Milano, proprio insieme a Umberto Bossi. Chissà che non sia una prima occasione di confronto sui prossimi governatori.