L'Airbus potrebbe essere esploso
Nel giorno in cui a Parigi si apre l'inchiesta ufficiale sulla sciagura dell'Airbus A330 inghiottito dall'Atlantico (primo rapporto a fine mese), scatta un toto-ipotesi assolutamente stridente col dolore dei familiari delle 228 vittime: fulmine, guasto generalizzato dell'impianto elettrico, depressurizzazione brutale, formazione improvvisa sulla fusoliera e sulle ali dell'aereo di uno strato di ghiaccio pesante 4-5 tonnellate, turbolenza fortissima, attentato. Si, perché l'ipotesi bomba è stata buttata lì da alcuni giornali francesi che hanno, però, ignorato come dinanzi a una sciagura colossale nessun gruppo terroristico abbia rivendicato la paternità. Quindi aspettiamoci da qui in avanti anche sciacalli, mitomani e gruppi di neo-conio eversivo pronti ad ammantarsi dell'ecatombe. Senza dimenticare che il Brasile non è considerato obiettivo sensibile». Intanto, però, Air France ha fatto sapere che lo scorso 27 maggio un proprio velivolo subì ritardo per un falso allarme bomba sul volo Buenos Aires-Parigi. Il volo decollò dalla capitale argentina 32 minuti dopo lorario previsto. Tornando all'Airbus, l'inchiesta del Bea (Ufficio delle indagini e delle analisi per la sicurezza civile), sarà «lunga e difficile», ha avvertito il direttore Paul Louis Arslanian, e forse non potrà contare sull'aiuto delle scatole nere, immerse in un luogo «profondo e montagnoso», a 4-5.000 metri, nell' Oceano Atlantico. Secondo il direttore del Bea, l'aereo «non aveva problemi alla partenza»: nell'ultimo contatto radio, il pilota ha avvertito di una zona di forte turbolenza, poi l'aereo ha trasmesso messaggi automatici di guasto elettrico. Poi, il silenzio. Sarà difficile trovare le scatole nere «ma in passato abbiamo lavorato anche senza», ha chiosato il funzionario. Nel frattempo potrebbero essere utili e fornire indizi quei mezzi satellitari d'osservazione e d'ascolto del Pentagono, al quale tre giorni fa si è rivolto il governo francese. Dal canto loro, specialisti di Air France affermano che la grande dispersione dei rottami scoperti fra martedì e ieri sull'Oceano - a distanze di una sessantina di chilomteri - lasci pensare che l'Airbus A330 sia esploso ad alta quota. Un'esplosione in volo, causata da una depressurizzazione brutale è l'altra pista provata a percorrere da un pilota, anonimo. In questo caso si spiegherebbe anche l'assenza di messaggi da parte dell'equipaggio: tutto sarebbe accaduto con estrema rapidità.