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A meno di tre giorni dal voto, l'ex premier Romano Prodi, sparito dalla politica italiana tranne qualche rara apparizione pubblica e televisiva, decide di fare il testimonial per il Partito Democratico.

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Sichiama astensionismo il principale nemico che il Partito Democratico affronta nel rush finale della campagna elettorale con l'obiettivo di ridurre il divario dall'avversario Silvio Berlusconi. Tutti i big, da Franceschini a Bersani, da D'Alema a Marini, rinnovano gli appelli contro il non voto per cercare di chiamare alle urne gli elettori delusi. Oggi anche Romano Prodi scende in campo e sceglie parole simili a quelle del segretario democratico. Votare per il Pd è prima di tutto, afferma l'ex presidente della commissione Ue, un voto per l'Europa ma il voto per le europee ha anche un significato politico interno. Il Pd, spiega Prodi, «pur nel suo non facile cammino, è l'unica concreta risposta» contro «l'intensificarsi di numerosi segnali di allarme e di interrogativi da parte di tanti amici ed osservatori stranieri per la caduta di dignità e per la qualità democratica del nostro paese, segnali che ho colto con sofferenza nella mia attività internazionale».

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