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Spagna, Francia e Germania Governi verso la bocciatura

Sarkozy e Zapatero

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Crisi economica, scandali a palazzo, disaffezione degli elettori per un'Europa che vedono ancora troppo lontana, sembrano essere i temi conduttori di questa campagna elettorale. Così, mentre l'esecutivo italiano rinforza il propro consenso (i sondaggi attribuiscono alla coalizione di governo quasi il 50% dei voti di cui il 40% al Pdl e il 9% alla Lega), in Europa, non possono dire lo stesso. Ad esempio se i governi di Germania, Francia e Spagna devono fare i conti con un ridimensionamento di consenso, quelli di Gran Bretagna, Irlanda, Grecia si preparano a subire una sonora sconfitta. Eccone un rapido excursus: Francia Non è né l'instabilità economica, né l'aumento dei prezzi a preoccupare Nicolas Sarkozy ma a mettere a repentaglio l'esito delle elezioni Europee é l'astensionismo stimato tra il 60-65%. Una percentuale indicata da alcuni sondaggi e confermata dalla grande disafezione degli elettori ai vari appuntamenti delle campagne elettorali. Così il voto assume sempre più il significato di un test politico interno. E ai box di partenza si preparano in tre: Sarkozy (accreditato tra il 26-28%) che subirà un vero giudizio sulla sua presidenza, Martine Aubry, leader socialista, (non raggiungerà il 20%) sempre insidiata da Segolene Royal e Francois Bayrou (dato al 13%) che punta di innalzare le preferenze centriste in vista delle elezioni presidenziali del 2012. Ma nonostante l'Ump di Sarkozy sembri aver tenuto, se si uniscono tutti i voti dati ai partiti di sinistra questi arriverebbero al 46,5% delle preferenze. Ipotesi che porterebbe ad un cambio della guardia all'Eliseo. Spagna Si parla poco di Europa nella terra di Zapatero impegnata invece ad affrontare una pesante crisi economica e sociale. I sondaggi promettono la vittoria all'opposizione di centrodestra: il Partido Popular spera infatti che il Psoe del premier, già senza maggioranza in Parlamento, subisca la spallata definitiva che porti ad elezioni anticipate. Dei 50 seggi spagnoli in Europa 23 spetterebbero al Pp di Rajoy, 21 ai socialisti e gli altri alle piccole formazioni. Gran Bretagna Il malconteto generato dallo scandalo sui rimborsi spese dei parlamentari e la disaffezione dei britannici verso le istituzioni dell'Ue sembrano trasformarsi in una bocciatura dell'establishment politico del Paese. Il Labour (partito di governo), secondo un sondaggio del Times, precipiterebbe al 16% (23% nel 2004) posizionandosi al terzo posto dopo i Toris al 30% (40% nel 2004) e dopo l'Ukip, il partito indipendentista che vuole addirittura l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue che si posizionerebbe al 19%. Germania Affluenza alle urne in calo rispetto al 2004. Per colpa della crisi infatti gli elettori sembrano più interessati a non perdere il posto di lavoro che alle tematiche legate all'Europa. Se i sondaggi si rivelassero esatti, Cdu-Csu rischiano di vedere ridotta la propria squadra di parlamentari Ue rispetto a quelli eletti nel 2004, scendendo al 39%, ben 5,5 punti di cinque anni fa, mentre tutti gli altri partiti - Spd in testa data al 26% - dovrebbero guadagnare terreno. I verdi salirebbero dal 11,9% del 2004 al 12%. Anche in Germania rimane comunque alta l'astensione data al 66%. Belgio L'Europa è la grande assente nel dibattito politico impegnato invece nella campagna elettorale per il rinnovo dei quattro Parlamenti regionali. La posta in gioco è sempre la lotta tra i fiamminghi (che guidano la nazione) e i valloni. Se le attese saranno confermate, queste elezioni potrebbero capovolgere la situazione governativa Irlanda Crisi economica e il risentimento verso il governo del premier Brian Cowen annunciano l'inevitabile tracollo del Fianna Fail, il partito conservatore che ha la maggioranza relativa che si dovrebbe attestare al 20% dei consensi perdendo uno dei quattro europarlamentari. Labour viene dato al 23% (tre punti in più conquistati in soli 15 giorni) e il Fine Gael al 36%. Grecia Gli scandali e la crisi hanno indebolito il premier Costas Karamanlis e i sondaggi gli attribuiscono la prima sconfitta elettorale in dieci anni, sull'onda di un voto di protesta che riporterebbe il testa il socialista Pasok e farebbe dei Verdi il terzo partito.

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