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Ogni incidente di volo scatena tutta una serie di emozioni e di congetture difficili da disciplinare.

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Puòaddirittura accadere che non si trovi spiegazione alcuna, e in questi casi ci si affida all'ipotesi più probabile, soprattutto nei casi in cui non sia semplice - o sia addirittura impossibile - disporre dei reperti. In questo caso, diventa quasi un processo indiziario. Al contrario, quando è disponibile il relitto, in gergo si usa dire che questo «parla», ovvero è in grado di dire «perché» è successo. L'unico scopo dell'indagine tecnica è quindi «capire» e offrire così tutti gli strumenti perché il tragico evento, riferito a quello specifico tipo di macchina, non si verifichi più. Diverso è il caso dell'indagine della magistratura, che ha invece lo scopo di accertare «di chi è la colpa». In altre parole, tutti sono tesi alla ricerca della verità, ma con motivazioni diverse, per cui è soprattutto nella primissima fase che il buon senso consiglia all'esperto la massima cautela. Egli infatti sa che attorno all'incidente si polarizzano immediatamente, oltre che le emozioni dei congiunti, una quantità non indifferente di interessi di tutti i tipi e di diversa natura, a volte in reciproco contrasto. La mia esperienza si limita ad aver presieduto per un certo periodo la commissione permanente per l'esame delle risultanze sugli incidenti occorsi a velivoli militari. Quindi non c'era in gioco il «profitto», che in ambito commerciale genera concorrenza non solo tra compagnie, ma anche tra case costruttrici, come è il caso di Airbus e Boeing. A mio avviso la concorrenza, se tirata al limite, non è la migliore amica della sicurezza del volo. Eppure, pur trattandosi di eventi aviatori negativi - non necessariamente di incidenti distruttivi - limitati alla sfera del militare, ricordo che in prima istanza la realtà veniva immediatamente influenzata da un nugolo di personaggi variamente interessati. Si spaziava dagli avvocati agli assicuratori, dagli ambientalisti ai politici locali, dal civilista al proprietario del fondo, dai sindacalisti alle associazioni delle vittime, dal professore che spera di fare il perito al testimone oculare, che immancabilmente vede «una palla di fuoco». Così, a maggior ragione nel caso di incidenti civili, l'invito è alla massima cautela. Ancora un paio di osservazioni. La causa di ogni incidente aereo va sempre ricercata in un'interazione della catena tra uomo, macchina e ambiente. Statisticamente, ciascuno di questi fattori influisce sull'altro, ma nessuno, di per sé, è determinante. Di solito si compensano. Il disastro accade quando ciò non avviene. Uno solo, in genere, è il fattore scatenante la sequenza. In questo caso, l'attenzione si potrebbe porre sull'«ambiente», ovvero sulle condizioni meteorologiche.

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