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Caso veline archiviato Il premier: io non mollo

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi

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Silvio Berlusconi ha appena finito la conferenza stampa a sostegno del candidato sindaco Giovanni Galli. Esce dall'albergo e si trova davanti un letterale barriera umana. Quello che appare subito evidente è che, anche questa volta, si è davanti ad una sorta di svolta. Non ci sono annunci particolari, come accadde nello scorso novembre in piazza San Babila a Milano, dove il premier proprio da un predellino annunciò la nascita del Pdl. Ma è la prima volta che il premier non parla più delle sue vicende di feste, insomma di tutta la bagarre che ha occupato intere pagine di giornali da un mese a questa parte. Della serie: «Non mollo e vado avanti, dritto per la mia strada». Berlusconi quando entra nella sala stampa dell'albergo, ha l'aria molto più distesa. Torna a scherzare con la gente. Ma soprattutto fa campagna elettorale invitando, qui a Firenze, a votare per l'ex portierone del Milan come nuovo sindaco. Tutto l'intervento si svolge intorno ad alcuni punti cruciali, sia a livello di governo nazionale, sia a livello locale. Accanto a lui, Galli e il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini. Dopo un breve bilancio di quanto fatto dal governo in questi mesi, (gestione dei rifiuti a Napoli, l'emergenza terremoto all'Aquila, la crisi economica, la lotta all'immigrazione clandestina), è «l'importanza di essere in Europa», il leit motiv di tutto il discorso del premier. Ammette che questa è stata una campagna elettorale «in cui c'è stata una grande assenza, quella dei temi europei». Ed invece è importante, spiega Berlusconi, far capire a tutti cosa implichi raggiungere un certo risultato in questa tornata elettorale («dai nostri sondaggi siamo tra il 43 e il 45%»). Innanzitutto significherebbe avere più peso nelle decisioni che vengono prese nel Parlamento Europeo, «e non sono poche. Anzi Strasburgo ha legiferato su tutto, anche sulla lunghezza del gambo dei carciofi o sulla lunghezza delle zucchine». Per il resto, Berlusconi parla di Giovanni Galli, «la persona giusta per togliere Firenze dalle mani della solita squadra di persone». Parla di sicurezza «tema al centro di una grande riforma» italiana, parla di immigrazione, parla di arte. Berlusconi teneva proprio alla tappa elettorale di Firenze. La seconda di tre città toccate: Bari domenica scorsa, Milano domani per la chiusura. Ammette anche che alla base ci sono le origini fiorentine di uno dei suoi più stretti collaboratori, il portavoce Paolo Bonaiuti, seduto in prima fila ad ascoltarlo. «Lavoriamo insieme da tanti anni, ci stiamo guadagnando il posto in paradiso...», dice. «Anzi - aggiunge rivolto a Galli dandogli il polso - annusa qui. Questo è profumo di santità».

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