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Caso Noemi, sarebbe meglio un po' di misurato silenzio

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È sempre più inquietante l'offensiva mediatica e politica che assedia Silvio Berlusconi. Dario Franceschini - grave autogol il suo - ha cercato persino di «delegittimarlo» come padre.  Un fatto del tutto privato come la frequentazione della famiglia Letizia rischia di diventare un affare di Stato e grazie alla cordata degli «amici degli amici» (il cuore dei corrispondenti romani dei grandi quotidiani internazionali batte all'unisono con la sinistra) sta facendo il giro dell'Europa e non solo. Non si è mai visto scendere in campo con tanta violenza uno schieramento di poteri forti come quello che ha messo sotto tiro il Cavaliere. Non ci vuole molto ad accorgersi che, a causa della campagna a cui è sottoposto, Berlusconi non si è ancora potuto impegnare nella campagna elettorale: una circostanza questa che non aiuta certo il risultato elettorale del PdL, dal momento che i successi delle elezioni regionali abruzzesi e sarde sono stati in gran parte merito suo. La vicenda Noemi sta diventando allucinante. Solo la moglie si è spinta a rivolgere al Cavaliere delle accuse precise, ancorché non provate. Ed è dalle parole della signora Lario che ha preso le mosse - col metodo della pesca a strascico - il monitoraggio mediatico delle «amicizie» del premier. Tuttavia, nell'affaire Noemi, nessun giornale si azzarda ad ipotizzare apertamente che tra il premier e la ragazzina ci siano delle «relazioni pericolose». Sembra sussistere, però, una presunzione assoluta in base alla quale i rapporti di Berlusconi con le donne - soprattutto se giovani e belle - si fondino su scambi innominabili. La polemica sulle veline nelle liste elettorali per il Parlamento europeo è lì a testimoniarlo. L'anno scorso di questi giorni fu la volta delle parlamentari divenute ministro. Furono diffusi pettegolezzi infami che cessarono solo quando le giovani onorevoli chiamate a dirigere dei dicasteri dimostrarono di quale pasta fossero fatte. Nessuno tra quelli che denunciano la concezione maschilista che Berlusconi avrebbe della donna, si rende conto dell'offesa alla dignità femminile che traspare dalla convinzione per cui ogni signora che varchi la soglia di Palazzo Grazioli lo faccia al solo scopo di entrare a far parte dell'harem del Cavaliere, per ottenere in cambio scritture televisive o persino seggi parlamentari? Si è addirittura aperta un'asta di foto scattate su e giù per l'Italia nel tentativo rozzo di dimostrare che eserciti di veline fanno la fila per offrirsi al despota. Neppure il ragazzotto sedicente ex fidanzato della giovane Letizia, nelle due pagine che gli sono state dedicate sul quotidiano del Fondatore, ha potuto dimostrare alcunché di pruriginoso. Le cronache ci hanno abituati a candidati alla Presidenza Usa costretti a difendersi dalle accuse di ex amanti che comparivano regolarmente in occasione delle prime battute delle «primarie». Un presidente della Repubblica francese aveva due famiglie. Un autorevole quotidiano inglese ha scritto delle cose terribili su Berlusconi, dimenticando le storie ben poco edificanti che hanno coinvolto la Casa Reale, fin da quando lo zio di Elisabetta II abbandonò il trono....per una donna, quando era in vista la Seconda guerra mondiale. E che dire dell'attuale erede al trono e delle maldicenze (si fa per dire) che hanno accompagnato la sua vita privata? Comunque stiano le cose, sicuramente sarebbe preferibile un po' più di misurato silenzio da parte di tutti, compreso l'interessato, agendo determinato contro questo sciaccallaggio attraverso i suoi legali.

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