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Bruxelles, via libera agli aiuti di Stato per le filiali GM

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BRUXELLESVia libera di Bruxelles alla possibilità di concedere aiuti di Stato per venire incontro alle difficoltà finanziarie delle filiali europee di General Motors, tra cui la tedesca Opel, la svedese Saab e la britannica Vauxhall. A patto però che «nessuna misura nazionale sia presa in assenza di coordinamento» con tutti i Paesi interessati e la Commissione Ue. È l'esito della riunione svoltasi a Bruxelles tra i rappresentanti dell'esecutivo europeo e i ministri europei dell'industria. Al tavolo, per l'Italia, il ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, che proprio a Bruxelles ha ricevuto la notizia del possibile accordo tra Gm e il gruppo austro-canadese Magna, ma si è detto convinto che la Fiat non è ancora fuori dai giochi. Anzi, assicura che nei colleghi europei ha colto «una maggiore preferenza verso il progetto industriale più solido, quello del Lingotto». «L'ipotesi su cui si starebbe ragionando - ha spiegato Scajola - è quella della costituzione, attraverso un prestito ponte da 1,5 miliardi, di una società che per sei mesi gestisce Opel e garantisce la permanenza dei siti nell'attesa che venga perfezionato l'accordo con l'acquirente, che potrà essere Fiat o Magna. Anche se al momento - ha ammesso il ministro - General Motors sembra privilegiare Magna». Per Scajola, quindi, «il prestito ponte è uno strumento utile per permettere il passaggio alla nuova proprietà. L'importante è che non sia distorsivo della concorrenza e penalizzante per le altre case automobilistiche». Un punto questo sulla quale ha insistito la Commissione e sul quale si sono trovati d'accordo tutti i ministri presenti alla riunione di Bruxelles. «Le regole europee sugli aiuti di Stato - si legge nel comunicato finale dell'incontro - possono permettere, a certe condizioni, che gli Stati membri supportino rapidamente le filiali europee di Gm»: si tratta non solo di Opel, Saab e Vauxhall, ma anche delle fabbriche gestite direttamente da Gm Europe in diversi Paesi europei (Italia, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Spagna, Ungheria, Polonia, Portogallo). Per Bruxelles il sostegno pubblico dovrà appunto avvenire «senza distorsioni eccessive della concorrenza». «Saremo vigili», ha assicurato il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, che riferendosi al caso Opel ha messo in guardia dall'adozione di decisioni senza un'adeguato scambio di informazioni e il necessario coordinamento tra tutte la parti interessate.

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