Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

"La sinistra danneggia l'Italia non Berlusconi"

Giorgia Meloni

  • a
  • a
  • a

«Pronto? Scusi ma sono in giro per la campagna elettorale. Sa com'è a due settimane dal voto si cerca di fare politica vera, quella in mezzo alle gente». Certo. Ma forse in tutta questa storia Berlusconi si aspettava qualche presa in posizione in più dalle sue ministre... «Io non credo, anche perché il presidente del Consiglio ha smentito subito questa sua presunta affermazione comparsa su un paio di giornali. Per quanto mi riguarda, non ho trattato l'argomento perché pensavo che la partecipazione del premier ad una festa di compleanno fosse di scarso interesse generale». Ed invece? «Ed invece tutta questa storia sta prendendo dimensioni tali che non si può più rimanere in silenzio. Personalmente non credevo che la sinistra italiana arrivasse a tanto. In teoria stiamo parlando di quella sinistra che ha ereditato il pensiero politico di persone come Antonio Gramsci. In teoria appunto». Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, impegnata in prima persona nella campagna elettorale per le elezioni europee, non si sottrae e accetta di commentare tutta la vicenda che sta tenendo banco nella politica italiana: Berlusconi e il caso Noemi Letizia. A sentir parlare di «veline», di «Berlusconi come Mussolini», di interviste a ex fidanzati e parenti vari, il ministro Meloni dice, basta: «Perché non ci si rende conto di come si stia danneggiando una istituzione che rappresenta tutti?». E quindi, cosa propone? «All'estero si stanno convincendo che il presidente del Consiglio sia coinvolto in chissà quale scandalo, quasi ai confini della pedofilia. E questo è un danno non tanto verso la figura di Silvio Berlusconi, che in Italia continua ad avere i consensi della maggior parte degli italiani. È soprattutto un danno per tutti quei connazionali che in giro per il mondo stanno cercando di accreditarsi con il loro lavoro. Alla sinistra però questo non sembra interessare. Del resto, il caso Delanoe è emblematico...». Vuol dire che la recente polemica tra il sindaco di Parigi e il primo cittadino della Capitale Gianni Alemanno è in qualche modo collegata a questa storia? «Beh, ricorderà che, davanti alle parole di Delanoe, nessuno del Pd è sceso in campo a difesa del sindaco di Roma. Non ricordando che si tratta di un uomo eletto dal popolo italiano e quindi, se lo si insulta, lo si fa verso tutti gli italiani». Questo, il piano politico. Visto che però se ne parla tanto, che idea si è fatta di Noemi? «Ma di cosa stiamo parlando? Per favore, qualcuno ricorda ancora da dove è partita questa vicenda? Da una festa di compleanno! Si tratta di insinuazioni e basta. E del tentativo di attaccare il premier non sul piano politico come è legittimo, ma nella sfera privata. A questo punto ho io una domanda». Prego. «Chissà come mai, quando nel 2007 uscirono le foto di un esponente di governo (Silvio Sircana, portavoce del governo Prodi ndr) fermo per strada con un transessuale, tutta la sinistra fece muro difendendo la vita privata di quella persona e chiedendo che fosse fatta distinzione con l'impegno pubblico. Prima sì, ora no». Quindi ha ragione Berlusconi quando parla di strategia politica? «Finora non ho sentito mai Dario Franceschini presentare una sola proposta per l'Europa. Ha parlato di tutto senza però proporre nulla. Ecco perché dico che questa sinistra non riesce ad anteporre il bene del Paese al proprio interesse». È anche vero ministro che se Veronica Lario avesse scelto di non rendere pubblica tutta questa storia forse... «Credo che un litigio tra marito e moglie debba sempre e comunque rimanere cosa privata. Detto questo, di certo non si può costruire un cattivo padre a tavolino e soprattutto non ci si può fare sopra una campagna elettorale». Vada per il privato. Intanto però non si parla d'altro... «Fino ad un certo punto. Io sto girando tanto per la campagna elettorale, quasi 15 regioni in trenta giorni. E vedo che la gente parla di molto altro». Altro capitolo: passa l'idea che per andare avanti bisogna essere un po' veline, soprattutto in politica. «Bisogna parlare con i fatti. L'unica velina è nelle liste elettorali di Firenze che sostengono il candidato sindaco del Pd. Anche qui, una boutade da campagna elettorale. Nel tour di questi giorni ho visto tanti giovani bravi nel Popolo della Libertà, persone che si danno da fare per il sistema Italia. Marco Scurria, per esempio, uno che viene dal mondo del volontariato nazionale ed internazionale. O anche Carlo Fidanza, Sergio Silvestris, persone che seppure giovani fanno politica sul territorio da una vita». Dopo quella nazionale, anche la stampa internazionale ha cominciato ad attaccare Berlusconi. Anche questa è strategia? «Forse crea qualche problema un'Italia che anche in periodo di crisi non piega la testa. Come nel caso Alitalia o Fiat. Detto questo il danno che si sta creando all'estero è notevole. Purtroppo da noi si usano con troppa leggerezza termini pesanti come fascismo o razzismo, o regime, senza pensare alla risonanza che il nostro dibattito interno può avere al di fuori dei confini nazionali. I corrispondenti che non vivono in Italia si formano le proprie convinzioni in base a ciò che leggono su certi giornali italiani. Non mi meraviglia che travisino in modo tanto evidente la realtà che noi viviamo tutti i giorni, ma loro no».

Dai blog