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Donne Pd sedotte e abbandonate

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Così, al grido di «Io voto una donna del Pd», ha deciso di organizzare una conferenza stampa per presentarle. Sponsor dell'evento la senatrice Vittoria Franco, Responsabile Donne del partito, e il segretario Dario Franceschini che, dopo alcune battute su figli, veline, nipotine e Casoriagate, è costretto ad allontanarsi per impegni più urgenti. Abbandonate dal loro leader, le donne non si perdono d'animo. Di lungo corso e robusta esperienza politica sono tutte concordi, a partire da Silvia Costa, candidata nel Centro Italia, a denunciare l'estrema difficoltà di questa campagna per l'invisibilità e l'oscuramento delle candidate sui media molto sensibili ai gossip e poco alle intelligenze e alle professionalità. Patrizia Toia, Mariagrazia Pagano (eurodeputate uscenti), Rosaria Capacchione (giornalista del Mattino), le presenti cercano di richiamare l'attenzione su temi concreti. Ma ad emergere è la solitudine e l'isolamento delle donne di questa campagna elettorale. Nessuna collaborazione da parte dei candidati che suggeriscono solo coppie o terne di nomi maschili né tantomeno dal partito che, a corto di finanziamenti, ha deciso di dare risorse solo ai capolista o alcune teste di lista, lasciando all'asciutto gli altri. Così, ad esempio Luisa Laurelli, Presidente Commissione Sicurezza, Lavoro e Pari Opportunità della Regione Lazio, per recuperare fondi vende, ad ogni iniziativa, i quadri da lei dipinti. Uno scenario poco incoraggiante per le donne, inserite fino al 50% in organismi pletorici che non contano nulla come l'Assemblea Costituente del Pd, ma penalizzate quando in palio ci sono poltrone di ben altro peso.

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