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Berlino alza il prezzo per Opel

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L'ad Fiat Sergio Marchionne con il neo-presidente Fiat Elkann

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Ai tedeschi non basta mai. Le offerte per Opel da parte di Fiat e Magna non sono ancora state giudicate all'altezza. «Attualmente non ci sono miglioramenti a seguito dei quali possiamo dire che i piani sono più sostenibili di prima» ha commentato il ministro dell'Economia tedesco, Karl-Theodor zu Guttenberg, che ha invitato altri investitori per Opel. Così ora, la parola d'ordine per Berlino, è prendere tempo e aspettare che gli acquirenti migliorino le offerte. Questo è quanto è emerso dopo il vertice di ieri sera alla Cancelleria federale alla quale hanno partecipato oltre al primo ministro tedesco Angela Merkel anche esponenti dell'amministrazione Usa, della General Motors e dei contendenti per Opel. E sul fatto che ancora non sia stata presa una decisione ha rassicurato anche il vice portavoce del governo tedesco Thomas Steg: «Non dovete stupirvi se questa notte (ieri, ndr) verrà deciso di tenere ulteriori colloqui e trattative non soltanto con un investitore». Sembra quindi che Berlino voglia approfittare del crescente interesse per la società, per cercare di ottenere condizioni migliori. In campo c'è infatti, da martedì sera, anche il produttore d'auto cinese Baic, per il momento solo con una «manifestazione d'interesse» che sarà formalizzata nelle prossime settimane. L'unica cosa sulla quale sembra ormai deciso ad intervenire l'esecutivo della Merkel è di stanziare un prestito ponte per permettere alla casa automobilistica tedesca (che fa parte del gruppo statunitense General Motors) di restare operativa in attesa di un'eventuale integrazione con il nuovo partner industriale. Una sorta di finanziamento che il ministro delle Finanze, Peer Steinbruck, ha ipotizzato quantificare in un miliardo e mezzo. Certa è anche la liberatoria rilasciata dal consiglio di supervisione di Opel che prevede la separazione legale di Opel da General Motors, dalla quale era già autonoma finanziariamente. Ciò permetterà alla casa automobilistica tedesca di ottenere tutti gli impianti europei della compagnia, l'organizzazione commerciale, alcuni asset di Gm e l'eliminazione di ogni debito una volta che ci sarà l'integrazione con un eventuale partner. E intanto sulla questione interviene il Financial Times che commenta: «La migliore opzione è Fiat, anche se i rivali di Magna sembravano aver persuaso molti politici e sindacati che la proposta del gruppo austro-canadese è la migliore per la Germania». Ma è proprio il mondo sindacale tedesco che arrivano i primi avvertimenti. Armin Schild, sindacalista della Ig Metall e membro del consiglio di sorveglianza della Opel, ha messo in guardia il governo tedesco contro il prendere una decisione troppo affrettata sul futuro dell'azienda, chiedendo invece di sostenerla temporaneamente con contributi statali: «Nessuno ci obbliga a vendere la Opel adesso a buon mercato» ha detto il sindacalista al quotidiano Berliner Zeitung.

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