Tremonti: la decisione la prenderà la politica
PalazzoChigi segue con attenzione la partita che si sta svolgendo a Berlino. Il centrosinistra ha criticato quello che considera un disimpegno di Berlusconi dall'operazione della Fiat su Opel ma il premier ha detto più volte di «non voler interferire» e peraltro non è escluso che questa linea sia stata concordata con il Lingotto. In attesa della decisione del governo tedesco, si moltiplicano però i timori sul futuro degli stabilimenti italiani. Ieri il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ha ribadito che «c'è l'accordo con Fiat affinchè i 5 stabilimenti italiani rimangano» e ha annunciato che alla chiusura della trattativa con Opel, incontrerà i vertici del Lingotto, i sindacati e le regioni interessate. E di un tavolo di confronto parla anche il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. «Confido che quanto prima ci siano le condizioni per farlo - ha detto Sacconi -, ma ci deve essere completezza di informazione, non un piano chiuso, perchè il tavolo sia utile e dia luogo a un negoziato autentico». Sulla stessa linea il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: «Il tempo sta volando troppo, bisogna avere dati sui quali confrontarci». Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti è convinto che il risultato della partita tedesca lo deciderà la politica. «Sembra di essere tornati alle partecipazioni statali perchè è una partita che si gioca con il governo tedesco, i governi regionali tedeschi, il governo russo, il governo americano». Intanto a sostegno dei piani del Lingotto intervengono intanto le banche, a partire da quelle scelte da Torino come consulenti per l'espansione all'estero e la successiva quotazione in Borsa delle attività automobilistiche. Attraverso il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, fanno sapere di essere pronte ad affiancare l'ad del gruppo torinese, Sergio Marchionne, anche a livello finanziario. «Siamo pronti a dare supporto finanziario al progetto della Fiat che verrà» su Opel, ha affermato Passera, all'indomani delle indiscrezioni che danno Commerzbank, partecipata al 25% dallo Stato tedesco, disponibile a concedere a Magna un maxi-credito da 4 miliardi se l'offerta del gruppo austro-canadese per la Opel andasse in porto. «Faremo di tutto per aiutare la Fiat a finanziare nel modo migliore e con il mix migliore di modalità il progetto che sarà» ha aggiunto il banchiere. E se Intesa Sanpaolo è l'unica per ora a esporsi, su posizione analoghe sarebbero anche Unicredit e Goldman Sachs. E ieri cancelli chiusi almeno fino alle ore 14 di oggi per i circa cinquemila operai dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat: i componenti in plastica della Grande Punto, infatti, non sono arrivati per uno sciopero in un'azienda dell'indotto, la Plastic Components, proclamato per la mancata riconferma di 25 contratti a termine, sostituiti da altrettanti operai provenienti da altri stabilimenti della Fiat. L.D.P.