Tra la gente nel Paese reale Berlusconi non si ferma
{{IMG_SX}}«L'ultima volta ci siamo visti il 16 maggio scorso ma è dal 2007 che il presidente Berlusconi viene a fare acquisti nel mio bazar. Per me è un angelo e ringrazio Dio di averlo conosciuto. Lui non è solo un cliente; è un uomo potente che sceglie di parlare anche con me che vengo dal Bangladesh». Il negozio di Muhammed Rashid è proprio a due passi da Palazzo Grazioli. Siamo in Corso Vittorio Emanuele II e la prima impressione che si ha, passeggiando sul marciapiede, è che si tratti di una tipica bottega per turisti: molti souvenir e soprattutto tanta bigiotteria. Solo entrando si capisce perché Berlusconi vada a fare acquisti proprio lì. Rashid conosce tanta gente e sente tutti i loro commenti. E poi ha anche collane di perle a prezzi decisamente convenienti. Ma questo viene decisamente dopo. Quello che interessa a Silvio è sondare da solo quello che le persone pensano di lui. «Il presidente viene qui anche per prendersi una pausa tra un appuntamento e un altro, parliamo della mia famiglia, mi chiede come sta mia figlia Raisa e quanche volta si sfoga: "Rashid è da una settimana che sono tutti i giorni in Abruzzo per il terremoto. Sono stanco ma li ci sono mamme che piangono, vecchine che hanno perso tutto... Cosa devo fare?"». Eppure qualcuno ha avuto da ridire anche su questo. E come spesso accade l'attacco arriva da Dario Franceschini, segretario del Pd. Era il 9 maggio scorso, Berlusconi, come sua consuetudine appena gli innumerevoli impegni glielo consentono, passeggia per le strade del centro di Roma. Un bagno di folla che evidentemente suscita l'invidia di Franceschini: «Doveva andare tra la gente comune per vedere la reazione e invece è andato tra gli antiquari e orafi in via Coronari. Quella non è l'Italia. L'Italia è un'altra cosa». Così la sinistra dà, per l'ennesima volta, una lezione al premier. Prima lo infanga facendolo passare per uno "sciupafemmine" (ha avuto la colpa di essere andato a Casoria a festeggiare il diciottesimo compleanno di Noemi Letizia), poi lo invita a farsi giudicare dal tribunale sul clamoroso caso Mills, infine pensa di insegnargli come si interpreta il malcontento della gente. Una cosa che riesce molto difficile da condividere soprattutto perché sarebbe come sostenere che l'alunno pretenda di insegnare al maestro. E Berlusconi in questo campo non è solo un maestro, ma un vero e proprio professore. D'altronde fin dall'inizio della sua carriera politica il Cavaliere ha sempre ritenuto indispensabile creare un contatto diretto con i suoi elettori. E non solo durante la campagna elettorale come invece fa proprio chi lo attacca: «Ad eccezione di qualche manifestazione organizzata, Franceschini non raccoglie grandi consensi tra la gente - tuona Berlusconi il 23 maggio scorso - Niente a che vedere con quello che succede a me». Per lui il mercato rionale conta più di mille sondaggi. Lì, passeggiando tra le bancarelle, stringendo mani alle massaie intente a fare la spesa, chiacchierando con i commercianti, capisce come stanno andando le cose. Una strategia che adottò già il 26 aprile del 2001 quando trascorse un intero giorno al mercato Al Trionfale. Un tripudio di folla che la sicurezza faticava a tenere a debita distanza. Ma quella era comunque una passeggiata di campagna elettorale. Interessante è sapere quante altre ne ha fatte per diletto? Il 14 dicembre 2007, periodo assolutamente distante da qualsiasi votazione, andò, per esempio, a piazzale Lagosta per parlare con tutte quelle persone che non riuscivano più ad arrivare alla fine del mese. L'8 agosto 2008, ben quattro mesi dopo aver vinto le elezioni, decise di passeggiare tra le bancarelle di Campo dei Fiori per "riaggiornarsi" sui prezzi dei generi alimentari e per acquistare gli immancabili ciondoli di vetro di murano da regalare «a tutti i bambini delle scuole elementari e medie che vengono a trovarmi». Poi, se per caso decide di fare due semplici passi in centro, la situazione si complica ancora di più a tal punto che, come accadde ad esempio il 6 settembre 2008, la folla lo circondò arrivando addirittura a bloccare il traffico. Più recente invece è stato il suo «giro di ricognizione» del 7 marzo 2009 che gli permise di capire che «tanta gente acquista e i negozianti dicono che le cose funzionano più o meno come l'anno scorso». Tutto questo però accade di giorno. E la notte quando c'è il mondo dei giovani da incontrare? Problema risolto, ed ecco che il 4 novembre 2008 torna a Campo de' Fiori. La scaletta è la stessa: chiacchierare con i tanti ragazzi, confrontarsi con loro e godersi il «Silvio, Silvio» che si alza dalla piazza. Questa è la cartina tornasole del Premier, alla quale non rinuncerà mai come non rinuncerà a "scappare" da Palazzo Grazioli per concedersi dieci minuti di pausa con i suoi amici commercianti. E se da una parte di corso Vittorio Emanuele II c'è Rashid, dall'altra c'è Alessandro, il titolare della Bottega dell'Argento. Due mondi diversi ma al tempo stesso complementari. Chi compera da Rashid difficilmente riesce a farlo anche nel negozio di fronte. Ad accogliere il cliente c'è Alessandro. Indossa un vestito gessato impeccabile e quando deve parlare del premier ci tiene a dire che non è solo un cliente, ma ormai è diventato un amico: «Quando arriva io chiudo il negozio. Non me lo chiede lui, ma siccome so che sono i suoi quindici minuti di pausa allora preferisco cosi. È molto affabile nei confronti del mio personale. Parliamo di calcio e della sua famiglia. Credo che ora la cosa che gli manca di più sia proprio questo. Soprattutto il nipotino Alessandro. È la sua carica. Quello che vorrei dirgli è "Non mollare perchè la gente ti vuole bene"». Eppure c'è chi dice che non sia così. Ma quello si sa è il gioco delle parti. Lo stesso gioco di chi gli dice: «Via dei Coronari? Quella non è Italia».