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Opel, la Merkel tifa Fiat. Governo tedesco spaccato

Fiat e Opel

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La Fiat rilancia su Opel, insistendo soprattutto sul mantenimento degli stabilimenti in Germania e sul numero degli esuberi che potrebbero essere al massimo 2 mila. Eppure nonostante queste precisazioni strategiche la strada per il Lingotto continua a essere in salita. Il gruppo austro-canadese Magna ha migliorato la propria offerta assicurando l'anticipo della restituzione del debito attraverso un rigido piano che prevede, tra l'altro, un blocco dei dividendi ai futuri azionisti del nuovo gruppo. Secondo quanto riporta il settimanale tedesco «Die Zeit» nella versione online, secondo il piano di Magna il 30% dell'utile netto verrebbe utilizzato per ripagare l'indebitamento garantito dalla mano pubblica. Inoltre fino alla cancellazione dell'intero indebitamento non verrebbe pagato alcun dividendo agli azionisti. Di contro Marchionne in una intervista a Bild assicura che «al massimo sarebbero 2 mila» gli esuberi. Inoltre con le sinergie tra i due gruppi si avrebbe la possibilità di risparmiare 1,5 miliardi di euro che «consentiranno di restituire le garanzie statali entro 5 anni». Marchionne insiste sul fatto che il piano Fiat offre certezze sugli esuberi, il rispetto delle normative sul lavoro, il rispetto del piano pensionistico di Opel e la restituzione delle garanzie messe dallo stato tedesco. Ma soprattutto assicura che non sarà chiuso alcun impianto in Germania. Il Faz aggiunge che il nuovo piano della Fiat non prevede alcuna modifica nemmeno degli impianti in Italia e in Polonia. Eppure nonostante questa correzione del tiro da parte dei Marchionne, le ostilità non cessano. Il governatore cristiano-democratico dell'Assia, Roland Koch, in una intervista, prende le difese del gruppo austro-canadese: «Chi ha fatto l'offerta più convincente ha la precedenza e questo secondo la convinzione di tutti è Magna, anche se ha presentato un piano secondo il quale lo Stato deve garantire tutto». La vicenda Opel è complicata dalla partita politica che si sta giocando su questa acquisizione. Ieri sono venute alla luce le divergenze tra conservatori e socialdemocratici sulla gestione della vendita della controllata Gm. Una vera e propria spaccatura della Grande Coalizione. «Smettiamola con queste chiacchiere su un'insolvenza della Opel», ha detto, senza mezzi termini, il ministro degli Esteri e vice cancelliere Frank-Walter Steinmeier (Spd), rispondendo indirettamente al suo collega conservatore, il ministro dell'Economia Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu). Quest'ultimo, intervistato dal tabloid Bild, aveva parlato di «carenze» nelle offerte presentate dai tre aspiranti alla Opel, spiegando che, se dovessero rimanere, «un'insolvenza controllata sarebbe chiaramente la soluzione migliore...». Il Cancelliere tedesco Angela Merkel preferirebbe il piano Fiat a quello di Magna, che invece aveva avuto nei giorni scorsi il sostegno dei socialdemocratici.

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