Sacconi: serve una moratoria dei licenziamenti
IlPapa ieri ha lanciato un appello a politici e imprenditori affinchè trovino «valide soluzioni alla crisi occupazionale, creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie». Un appello che il ministro del Lavoro ha fatto proprio chiedendo alle imprese di valutare la possibilità di applicare una moratoria dei licenziamenti. «Se da un lato è doveroso proteggere il reddito di coloro che sono costretti all'inattività dalla grande crisi globale - ha detto Sacconi - dall'altro appare opportuna una moratoria, in termini di autodisciplina, dei licenziamenti da parte delle imprese». La «moratoria» che il ministro auspica venga decisa in modo autonomo dalle aziende punta a «mantenere viva la base produttiva del Paese affinchè sia pronta a ripartire nel momento della ripresa della domanda». Sacconi poi sostiene che il periodo di tempo di inattività «deve essere riempito da opportunità di apprendimento che possono essere garantite dalle Regioni attraverso la riallocazione delle risorse per la formazione». «Lo stesso contrasto dei flussi migratori clandestini si deve accompagnare con un'adeguata attenzione alla disoccupazione di coloro che - continua il responsabile del Welfare - si trovano nel nostro paese in condizioni di regolarità per un progetto di vita». Le parole del Papa sono state rilanciate anche dal sindacato. Per il segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini, «l'appello del Pontefice dovrebbe spronare il governo a definire ulteriori misure per contrastare la crisi e tutelare i lavoratori in difficoltà». La Polverini poi sottolinea la situazione dei precari che più di altri sono stati colpiti dalla recessione e per i quali bisognerebbe rimettere mano alla riforma degli ammortizzatori sociali, e a «percorsi di stabilizzazione per non condannare, soprattutto i giovani, a una precarietà cronica in nome della flessibilità». Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni ha inquadrato le parole del Pontefice in relazione alla vicenda Fiat. «Quanto ha detto il Papa dà più forza alla nostra richiesta di incontro e di massima attenzione da parte del governo e della stessa Fiat».