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Il Papa: "Soluzioni urgenti contro la disoccupazione"

L'arrivo di Benedetto XVI a Cassino, Frosinone

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Rodolfo Lorenzoni Soluzioni urgenti per chi è senza lavoro, solidarietà concreta a chi viene travolto dalla crisi economica. A Cassino, sede di un grande stabilimento Fiat, il pensiero del Papa si rivolge ai disoccupati, ai cassaintegrati, ai precari. Nella omelia della messa celebrata ieri mattina nella piazza che da oggi porterà in suo onore il nome di «piazza Benedetto XVI», il Pontefice si ispira ai valori della spiritualità benedettina ed esorta a trasferire nel mondo del lavoro una ondata di umanizzazione. Perché il lavoro divenga finalmente, per tutti, il luogo del guadagno, della realizzazione vitale, del sostentamento dei nuclei familiari. «So quanto sia critica la situazione di tanti operai, per questo chiedo che il dramma della disoccupazione induca i responsabili della cosa pubblica, gli imprenditori e quanti ne hanno la possibilità a ricercare, con il contributo di tutti, valide soluzioni alla crisi occupazionale, creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie». Un appello agli uomini del potere politico ed economico, affinché si facciano immediatamente carico delle disperate condizioni di tutti coloro che, incolpevoli, fanno le spese di una infelice congiuntura economica: soprattutto quei ragazzi che si vedono privati della possibilità di progettare un avvenire dignitoso. «Penso ai giovani che fanno fatica a trovare una attività lavorativa che permetta loro di costruirsi una famiglia - ha detto il Papa tra gli applausi - Ad essi vorrei dire: non scoraggiatevi, la Chiesa non vi abbandona!». Tra i ventimila fedeli riuniti per partecipare alla messa di Benedetto, vi sono anche il segretario della Cisl Raffaele Bonanni e il presidente della Fiat Luca Cordero di Montezemolo: il sindacalista e l'imprenditore. Di fronte a loro Benedetto XVI esprime la sua personale vicinanza ai senza lavoro, ai licenziati, alle numerose vittime delle ferite inferte dalla crisi occupazionale. Non solo, il Papa chiede che venga seguito il modello di San Benedetto nell'impegno a costruire un'Europa unita, solidale e fondata sulla pace, restando sempre fedeli con convinzione alle sue radici cristiane. Un omaggio a Benedetto, padre del monachesimo e protagonista dell'evangelizzazione del Vecchio Continente. Proprio a lui, e alla necessità di riscoprire le radici cristiane dell'Europa, l'allora cardinale Ratzinger dedicò uno dei discorsi più celebri dell'epoca precedente il suo pontificato, pronunciato a Subiaco nel 2005. E nel monastero di Montecassino, visitato ieri, Benedetto XVI si ritirò per alcuni giorni nel 2000 per scrivere uno dei suoi libri più famosi, «Dio e il mondo». Qui, nella città dell'imponente abbazia sul monte riconsacrata dal Paolo VI nel 1964, il Pontefice rinnova dunque il suo messaggio in difesa di due delle istituzioni su cui deve basarsi il corretto funzionamento della società cristianamente concepita: il lavoro e la famiglia. Essi, spiega Ratzinger, devono essere fortemente salvaguardati perché sono sempre più fortemente insidiati. E in tale opera di tutela è da elogiare proprio l'attività della comunità locale, perché «questa porzione di Chiesa che vive attorno a Montecassino è erede e depositaria della missione, impregnata dello spirito di san Benedetto, di costruire una nuova umanità all'insegna dell'accoglienza e dell'aiuto ai più deboli». Dopo la messa il Papa ha fatto visita all'abbazia dove ha celebrato i Vespri, tornando sui temi dell'Europa per spronarla a non rinnegare le radici cristiane e a costruire un mondo di giustizia e pace. L'ultimo saluto lo ha dato al cimitero polacco, lo stesso visitato da Wojtyla nel 1979. Qui Benedetto XVI ha lanciato un appello a tutti «gli uomini del nostro tempo affinché comprendano che la pace è più preziosa di ogni tesoro corruttibile e lavorino tutti insieme per preparare alle nuove generazioni un mondo dove regnino la giustizia e la pace».

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