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L'Aquila vuole risorgere

L'Aquila

Le luci e le ombre del dopo-sisma

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{{IMG_SX}}Quarantotto giorni dopo la scossa. Le gru che svettano nel panorama del capoluogo abruzzese danno il senso di quanto è stato fatto e si sta facendo per far risorgere la città. La razza abruzzese, sostenuta da tutta l'Italia, reagisce e ha ripreso la sua quotidianità. Le attività commerciali hanno in gran parte riaperto, escluse ovviamente quelle della zona rossa. La sistemazione dei campi è costantemente adeguata alle esigenze degli sfollati. In gran parte delle tendopoli stanno scomparendo i bagni chimici a favore di strutture più comode con tanto di container doccia con acqua calda. I lavatoi per il bucato sono muniti anche di lavatrici. E anche l'emergenza caldo viene affrontata con celerità. In diverse tendopoli hanno distribuito i condizionatori, prima agli anziani e dove ci sono bambini. Poi a tutti gli altri. A Poggio Picenze stanno ovviando all'ondata di calura con ventilatori e con un'ombreggiatura che per ora protegge le tende dove si tengono le lezioni per i bambini delle elementari ma il progetto è di estenderla a tutto il campo. Stesso progetto per la tendopoli di Piazza d'Armi secondo gli intenti della Protezione civile dell'Emilia Romagna che gestisce questo campo. Le scuole hanno ripreso ovunque per ogni ordine e grado. A giorni alterni o con turni mattina-pomeriggio, ma i ragazzi sono tornati sui banchi. Con tanta lena al punto che un bambino delle elementari ha persino rimproverato, nella scuola-tenda a Pile, il ministro della Difesa La Russa che era entrato in classe a salutarli con un «Stiamo studiando qui». Gran lavoro dopo questo mese e mezzo per la messa in sicurezza degli edifici storici e le chiese in tutta la zona del cratere. I vigili del fuoco del Saf si sono arrampicati su torri e campanili e li hanno «fasciati» con cinghie di sostegno per impedirne il crollo. Adeguata anche l'assistenza sanitaria che a dispetto del crollo delle strutture ospedaliere vede in ogni campo presidi medici specialistici: dal dentista, all'oculista, al pronto soccorso cardiologico. E in tutti i campi le mense offrono menù per diabetici e celiaci. «Terromotosto», sullo striscione all'ingresso della città, esprime il sentimento di tutti gli abruzzesi.

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