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Vacanze anticipate

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.L'evento clou s'è verificato verso le 11, quando dopo un batti e ribatti che aveva galvanizzato l'intera mattinata, ai ragazzi riuniti al pianterreno veniva comunicata «la chiusura della scuola e relativa sospensione dell'attività didattica per una settimana in relazione al verificarsi dei casi d'influenza da virus A/H1N1 in soggetti che frequentano l'istituto e che sono rientrati il 19 maggio da un viaggio da New York». Un boato ha subito scosso l'austero palazzo umbertino rosa-salmone a cui è seguita l'immediata transumanza degli studenti fuori da tre portoni dell'istituto. Un anticipo di vacanze, una fortuna insperata, per la maggior parte dei 920 alunni del Dante Alighieri che, comunque, dovranno rientrare giovedì prossimo 28 maggio. «C'era una situazione confusa e caotica, non c'erano le premesse per tenere i ragazzi a scuola e ho anticipato di mezz'ora quello che avrei dovuto fare mezz'ora dopo» ha spiegato, dopo, il dirigente scolastico Carlo Mari. «Tutto è nato da un viaggio fatto da sedici nostri studenti e da due docenti che sono andate a New York per un progetto internazionale Onu - ha detto Mari - erano andati con altri studenti del Convitto». Alcuni di loro, al rientro dal viaggio martedì notte, hanno accusato i primi sintomi febbrili. Altri ragazzi invece e le due prof, invece, sono rientrati in classe mercoledì mattina. «Allora - ha raccontato Mari - è stato comunicato loro di rimanere a casa il giorno dopo e ora si stanno sottoponendo ai test. La situazione è seria, ma c'è stato un problema di comunicazione. L'avviso del provvedimento preso dal ministero è uscito dall'ufficio stampa prima del provvedimento stesso». Questo ha determinato la scelta del preside di anticipare la chiusura della scuola prima dell'ufficialità. «Si era diffusa la notizia sui quotidiani e ha gettato nel panico soprattutto i genitori, alcuni sono venuti a riprendere i figli a scuola. Era una situazione ingovernabile, c'era fibrillazione fra gli studenti, i genitori e gli insegnanti e così alle 11 ho disposto il provvedimento per far uscire i ragazzi». Mari ha affermato che nel fax arrivato alla scuola e spedito dall Asl «si parla di una settimana cautelativa, ma i tempi sono da stabilire». Ragazzi preoccupati, turbati dal nuovo virus influenzale? Macchè, piuttosto sorpresi dalla decisione di chiudere l'istituto. «È un'esagerazione, una misura insensata, dobbiamo finire i programmi e abbiamo pure gli esami» dice Giuseppe Quattrocchi, maturando. E la questione esami angoscia pure i docenti: «Certo questa chiusura - dice Irene La Ruffa, un insegnante di inglese - comporterà dei problemi, non tutti i programmi sono finiti. Questi giorni servono come ripasso per chi deve affrontare l'esame e poi ci sono le interrogazioni per chi ha qualche problema. Comunque ho sentito le mie colleghe che sono andate in America e stanno bene». Ma c'è un altro evento di cui gli alunni del Dante continueranno a parlare a lungo: in un clima da day after l'arrivo in via Ennio Quirino Visconti di alcuni giornalisti di un'emittente tv che volevano entrare nella scuola con la mascherina sul volto. A quel punto il professore di Storia e Filosofia Giancarlo Burghi, fra gli applausi degli studenti che si sono sentiti dei potenziali untori, li ha invitati, anche con toni accesi, ad allontanarsi. Erano le 11.30 e il portone della scuola era già sbarrato. Il professore si è sfogato contro la «fuga di notizie» che, a suo dire, «ha determinato un clima di tensione e ha fatto sì che la scuola fosse presa d'assalto dai genitori». Un momento esilarante ed unico. L'allarme mediatico aveva già prodotto la prima vittima: un giornalista.

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