Sacconi prova a recuperare la Cgil
{{IMG_SX}}La Cgil torni a confrontarsi con il governo. E con gli altri sindacati. Perché ora c'è bisogno di aprire una nuova stagione di dialogo alla quale partecipino tutti. L'appello arriva dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi che ieri mattina ha partecipato al congresso della Cisl. «Il Paese in questo momento ha davvero bisogno di tutti — rilancia — chiedo loro di riflettere e aprirsi al dialogo, prima che con il governo, con le altre organizzazioni rappresentative del lavoro. Insomma esca dall'arroccamento». E per rendere più chiara la sua «apertura» Maurizio Sacconi cita il comico amico di Arbore, Maurizio Catalano: «Meglio essere d'accordo con tutti che con nessuno». L'apertura del ministro del Welfare non deve però essere interpretata come un segnale di debolezza da parte del governo. Sacconi su questo è chiaro: andiamo avanti per la nostra strada, con o senza la Cgil. Però, ribadisce, ci piacerebbe che anche Epifani partecipi a questa nuova stagione ora che abbiamo chiuso il capitolo sul rinnovo contrattuale. Alle porte c'è la riapertura del dibattito sulle pensioni ma anche su questo, assicura Sacconi, non ci può essere sviluppo se manca «il dialogo» tra le parti sociali, tra gli attori interessati. Soprattutto, per il governo, resta fondamentale avere un interlocutore che sieda ai tavoli per contrattare: come la Cisl, dice Sacconi, tornando a tessere, tra gli applausi, le lodi dell'organizzazione «che si è guadagnata» il rispetto «perché le firme pesano, fanno la differenza, sono assunzione di responsabilità, danno titolo e forza». E come la Uil, che si è guadagnata «il tavolo negoziale». Ma non come la Cgil, ancora all'angolo. Parole che Guglielmo Epifani ha ascoltato rilanciando a sua volta il dialogo con gli altri sindacati, portando, «oltre al saluto», quel «senso di stima, affetto, amicizia e rispetto che tra di noi non deve venire mai meno». Anche lui torna a chiedere di limare «le differenze» per affrontare insieme la vera priorità del Paese, la «riforma numero uno»: ribaltare quella rappresentazione «lontana anni luce dalla realtà» sulla crisi che, dice Epifani, anche lui più volte applaudito, «non è ancora finita. I prossimi mesi, soprattutto sull'occupazione, saranno molto più pesanti» e il governo, «se non ci vogliamo raccontare balle, ci ha messo al massimo 2-3 miliardi». E alla fine è arrivato il commento del ministro sul suo intervento: «Epifani? Eppur si muove».