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Marcegaglia all'attacco: "Riforme subito"

Emma Marcegaglia

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Se nel primo anno di presidenza qualche attrito con il governo non è mancato, ora sembra superato. Che sia un rinnovato feeling o una pace armata si vedrà nei prossimi mesi. Ieri all'Assemblea annuale la presidente della Confindustria Emma Marcegaglia ha parlato in perfetta sintonia con il premier lì presente, al quale, la sera della vigilia, ha fatto leggere la sua relazione in una visita serale a Palazzo Chigi. Un'intesa tra i due che si è espressa anche in uno scherzoso scambio di battute con Berlusconi che l'ha paragonata a una «velina vaporosa e in splendida forma» e lei che, in fondo, sembra aver gradito: «Non mi dispiace, quando si hanno più di 40 anni...». Cortesie per l'ospite, ma anche la richiesta di un colpo d'ali per superare la crisi. Di fronte a un parterre di tremila delegati, i ministri schierati in prima fila, e poi il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, i leader sindacali e gli esponenti dell'opposizione, la Marcegaglia ha chiesto al governo di procedere spedito con le riforme, dalle liberalizzazioni alle pensioni, dalla pubblica amministrazione alla giustizia perchè in gioco «c'è la coesione sociale». E la crisi economica non può essere un alibi per rinviare le decisioni. Le riforme sono necessarie per agganciare la ripresa e far uscire il Paese dal tunnel, svecchiato e libero dai vincoli del corporativismo. Un'azione pronta non solo è necessaria («senza le riforme il ritorno sui livelli produttivi precrisi non avverrebbe prima del 2013») ma è anche possibile dal momento che, e qui la Marcegaglia guarda fisso Berlusconi seduto in prima fila, «il governo gode di un ampio consenso ottenuto alle urne e che si è consolidato nell'opinione pubblica e che gli conferisce un mandato forte». Il consenso che il centrodestra ha saputo conquistarsi, incalza la Marcegaglia, «è un patrimonio politico straordinario. Lo metta a frutto, lo usi per riforme che sono necessarie, lo faccia adesso». Berlusconi muove la testa in segno di assenso. la leader confindustriale poi insiste sulla centralità delle imprese che vogliono poter contare di più. «Ma ciò sarà possibile se la politica saprà scioglierci le mani e saprà eliminare le incrostazioni corporative». La sollecitazione è per «una politica che litighi meno». Per riforme, la Marcegaglia intede la ripresa del cammino delle liberalizzazioni; il riequilibrio del welfare oggi «squilibrato a favore delle pensioni per il quale si spende quasi il 16% del pil contro il 9,5% dei Paesi avanzati». Di qui la richiesta di alzare l'età pensionabile perchè «l'unica via sostenibile per difendere le prestazioni previdenziali è ritardare il ritiro dal lavoro». Quanto al federalismo «non deve essere una giustificazione per aumentare la spesa pubblica e la pressione fisvale». Poi la riforma della giustizia «drammaticamente inefficiente». La Marcegaglia si è soffermata sul problema dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione strappando un lungo applauso alla platea. Lo ha definito «uno scandalo, una patologia insopportabile, una vergogna». Dalle riforme usciranno le risorse con cui finanziare «le opere pubbliche immediatamente cantierabili, potenziare gli ammortizzatori sociali, rafforzare le garanzie sui prestiti alle imprese». Un lungo passaggio è stato dedicato al tema del credito. Ha chiamato in causa le banche: «Se viene a mancare il credito tantissime imprese non ce la faranno a arrivare all'appuntamento con la ripresa». Ai banchieri quindi chiede di «tornare a fare il loro mestiere, cioè sostenere l'economia che investe, che crea posti di lavoro». Un richiamo la Marcegaglia lo ha fatto al mondo sindacale che si è spaccato sulla riforma del sistema contrattuale. «Ho fatto di tutto per convincere la Cgil, ma la Cgil non ha creduto in questo cambiamento. Abbiamo deciso di andare avanti perchè la modernizzazione del Paese non può arrestarsi di fronte ai veti - ha sottolineato - Auspico che la Cgil torni presto a operare insieme a noi per il bene del Paese». Il presidente della Confindustria, dopo l'Assemblea, si è recata al Congresso della Cisl. È stata la prima volta di un presidente confindustriale nell'appuntamento congressuale del sindacato. La Marcegaglia ha rilanciato il messaggio di un lavoro congiunto per uscire dalla crisi. «Tutti dobbiamo lavorare per la coesione sociale - ha detto - dobbiamo essere molto vicini per fare tutto il possibile per uscire il prima possibile da questa crisi. Sono profondamente convinta che le sorti dell'impresa e quelle dei lavoratori sono unite e devono lavorare insieme». Poco prima il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni l'aveva ringraziata di essere intervenuta: «Con lei ce la faremo perchè è una donna leale e determinata. Dalla crisi si esce insieme».

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