Fiat-Opel, Marchionne: "Nessun impianto tedesco chiuderà"

La partita per Opel tiene banco. L'ad di Fiat Sergio Marchionne si dice ottimista sulla possibilità di uscirne vincitore ma aggiunge che se l'offerta del Lingotto prevarrà, la capacità produttiva della Newco sarà tagliata del 20%. Questo mentre il governo pensa a come rassicurare il sindacato. Così il ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, annuncia la convocazione per i prossimi giorni di un tavolo con l'azienda torinese, i sindacati e le regioni interessate. Un confronto, ha chiarito il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, dove si partirà «dalla difesa di tutti gli stabilimenti italiani». Dalla Germania intanto Angela Merkel ha convocato per oggi una riunione dei ministri interessati, per esaminare le proposte di acquisizione della Opel già pervenute. Secondo una fonte vicina all'esecutivo, il governo tedesco vuole chiarire se almeno una delle tre offerte (oltre a Fiat sono in corsa il fornitore austro-canadese Magna e il fondo di investimento Ripplewood) sia in grado di garantire la sopravvivenza della casa di Ruesselsheim e la salvaguardia del massimo dei posti di lavoro. «La Fiat ha più del 50% di possibilità» aveva detto ieri Marchionne ai suoi collaboratori, secondo quanto riporta un quotidiano. «La nostra è l'unica offerta con contenuti e valori industriali. Le altre o non hanno consistenza produttiva o sono sostanzialmente finanziarie», ha osservato Marchionne, aggiungendo che «la sovrapposizione tra Fiat e Opel non porterà alla chiusura di nessun impianto. Taglieremo la produzione del 20% ma non ridurremo gli operai». Fiducioso anche il presidente del gruppo, Luca di Montezemolo, che sottolinea come il know-how e i prodotti di Fiat siano «di grande interesse. Soprattutto fondamentali in tempi come questi per i temi di ecologia e tecnologia e in termini di risparmi energetici». Laddove il governo tedesco ha sottolineato che non ci sono favoriti, General Motors, la casa che controlla Opel, sembrerebbe però preferire l'offerta di Magna. Secondo Der Spiegel i manager di Detroit hanno stilato una classifica interna di preferenze tra i pretendenti alla Opel e a spuntarla è il gruppo austro-canadese seguito dal fondo di investimenti Usa Ripplewood e infine dalla Fiat.