E il Senato dà il via libera al "decreto Abruzzo"
Un contributo del 100% per la ricostruzione delle case distrutte dal terremoto, contributi all'edilizia pubblica e il finanziamento per la realizzazione delle case in legno promesse agli sfollati, sono solo alcune delle norme contenute nel decreto legge sul terremoto in Abruzzo così come è stato licenziato ieri dall'aula di Palazzo Madama. Un provvedimento approvato con il voto favorevole di 135 senatori e senza alcun voto contrario. Pd, Idv e dell'Udc-Svp hanno infatti optato per l'astensione che, per quanto il Regolamento di palazzo Madama equipari ad un voto contrario, era una circostanza non del tutto scontata. Infatti solo nella tarda serata di mercoledì, al termine di lunghe consultazioni condotte dal presidente del Senato, Renato Schifani, è stato evitato il ricorso alla questione di fiducia, preventivamente autorizzata nel corso del consiglio dei ministri del 15 maggio scorso. Una decisione presa nel momento in cui l'opposizione aveva dato la propria disponibilità a ridurre significativamente in numero di emendamenti presentati: il Pd ne ha mantenuti 42 su 300 e lo stesso ha fatto l'Idv. Il punto fondamentale contenuto nel dl terremoto è il contributo statale del 100%, per lo più a fondo perduto, per la ricostruzione o la ristrutturazione delle abitazioni principali. Per quanto riguarda i mutui, le famiglie con la casa distrutta dal terremoto potranno liberarsene e l'onere di restituire il prestito passerà allo Stato. Il provvedimento prevede inoltre che vengano realizzati del "moduli abitativi" destinati agli sfollati per consentire "la chiusura delle tendopoli". Dal punto di vista prettamente economico invece il dl ha stabilito il congelamento dei termini di pagamento dei titoli di credito, delle cambiali e degli assegni. In ambito giudiziario, è stato previsto uno slittamento al 31 luglio (con eccezione per casi particolarmente gravi) per tutti quei processi civili aventi luogo nei comuni colpiti dal sisma. Infine viene predisposto un piano di interventi urgenti per il ripristino degli immobili pubblici danneggiati: edilizia universitaria, il Conservatorio di musica, nonché le caserme e gli immobili ecclesiastici riconosciuti di interesse storico artistico. Sono stati stanziati maggiori fondi per la Protezione civile e per i Vigili del fuoco ai quali andranno 1,5 milioni di euro nel 2009 e 8 milioni di euro annui a decorrere dal 2010, mentre per la previsione del rischio sismico è istituito un fondo ad hoc per cui è autorizzata la spesa di 44 milioni di euro per il 2010 e di 145,1 milioni di euro per l'anno successivo. Non ha trovato accoglimento invece la richiesta avanzata nelle settimane scorse dalle amministrazioni escluse dall'elenco di quei 49 comuni indicati nella prima stesura del provvedimento che faranno parte invece di una zona franca urbana da 45 milioni di euro o in alternativa di un regime fiscale di incentivazione per le imprese. Ipotesi che comunque dovranno avere il preventivo accoglimento da parte della Commissione Europea. Salta anche la revoca dei cosiddetti "mutui dormienti" della Cdp concessi agli enti locali entro il 31 dicembre 2005 in base a leggi speciali che prevedono l'ammortamento a totale carico dello Stato e per i quali gli enti locali non avevano provveduto a chiedere il versamento. Il provvedimento ora è atteso alla Camera dove dovrà essere convertito in legge entro il 27 giugno. In quella sede, ipotizza il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia, ha ammesso che il ricorso alla fiducia «lì potrebbe avere senso» anche se precisa che la decisione dipenderà da quanti saranno gli emendamenti e i tempi necessari».