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Le toghe si ribellano: "Il premier non ci può denigrare"

Giustizia

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È «inaccettabile che da parte di esponenti politici e di rappresentanti del governo vengano rivolte invettive e accuse di carattere personale nei confronti dei componenti del collegio del tribunale di Milano ed in particolare del suo presidente». Lo sostiene la giunta dell'Associazione nazionale magistrati che in una nota esprime solidarietà ai giudici del processo Mills. Per il sindacato delle toghe la critica dei provvedimenti giudiziari «è sempre legittima, ma è grave che vengano messi in discussione, e con questi toni denigratori utilizzati nelle ribalte mediatiche, non il merito del provvedimento, ma l'indipendenza e l'imparzialità dei giudici. In questo modo si minano fondamentali principi costituzionali posti a garanzia del corretto equilibrio tra poteri dello Stato». «Sorprende, ancora una volta - prosegue l'Anm - il "garantismo a corrente alternata" utilizzato come chiave di lettura di vicende giudiziarie che riguardano esponenti del mondo politico-imprenditoriale a fronte del disinvolto giustizialismo con cui si commentano fatti di criminalità diffusa». Ogni giorno, fa notare ancora l'Anm, «i tribunali della Repubblica decidono della libertà e della responsabilità di persone accusate anche di gravi delitti. La credibilità di tali provvedimenti è un pilastro irrinunciabile del sistema democratico e del corretto vivere civile. E dovrebbe stare a cuore in primo luogo a chi ha responsabilità nel governo del paese». A replicare al sindacato delle toghe è Niccolò Ghedini, deputato del Pdl e avvocato del premier: «L'Anm fa l'ennesima difesa corporativa e dà indicazioni infondate e sbagliate: Berlusconi giustamente critica un giudice che si è già politicamente esposto attaccandolo negli anni precedenti, ma che non si astiene dal giudicare un suo contraddittore politico». Il parlamentare del Popolo della libertà si ferma a scambiare alcune battute con i giornalisti in Transatlantico, a Montecitorio: «È evidente che c'è il diritto di critica nei confronti di chiunque: l'Anm critica spesso la politica così come un politico può essere critico verso la magistratura, soprattuto se politicizzata perchè ha espresso giudici politici molto pesanti verso un uomo politico. Un giudice ha il diritto di avere una sua linea politica e di fare politica ttiva, ma - avverte - è sbagliato che poi giudichi un cittadino che è stato suo contraddittore politico». Quindi, continua Ghedini, «Berlusconi ha il diritto di far sapere la sua opinione e di criticare chi, dopo aver fatto politica, non si astiene dal giudicare un politico». Quanto ai tempi del deposito della sentenza, precisa: «Il termine di 90 giorni per il deposito è ordinatorio, e dunque può essere rispettato o meno. È auspicabile che sia rispettato, ma vanno rispettati anche i tempi della difesa e gli altri articoli del codice, che invece a noi, nel processo Mills, sono stati negati. La leale collaborazione tra poteri avrebbe dovuto consigliare il deposito della sentenza dopo il 7 giugno», cioè dopo le elezioni europee.

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