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Scontri, paura per il G8

Torino, scontri con la polizia al G8 Università

Guerriglia urbana a Torino: 24 feriti

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{{IMG_SX}}Mentre la politica si interroga, non senza timori, sulla portata delle proteste. Certo, il G8 dell'università contro cui si è indirizzata la violenza dei manifestanti è terminato. Da oggi si torna alla normalità. Ma la domanda resta: cosa succederà d'ora in poi? Esiste il rischio di un'escalation di violenza? Il ministro dell'Interno Roberto Maroni è tutt'altro che rassicurante: «Un gruppo di violenti, di delinquenti ha attaccato la polizia con premeditazione. Non sono studenti, giovani in cerca di giustizia, sono violenti che premeditatamente hanno attaccato gli agenti. Si ripeterà? Non posso escluderlo, ma temo che episodi di violenza possano ripetersi». Ma non finisce qui. Per il responsabile del Viminale non bisogna affatto sottovalutare il rischio terrorismo: «Ci sono segnali che ci fanno considerare che l'attenzione nei confronti di questo fenomeno non va abbassata. Anche in questo momento visto che abbiamo di fronte una serie di appuntamenti importanti come il G8 de L'Aquila». E di una deriva terroristica è preoccupato anche il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto che, dopo i fatti di Torino, invita a monitorare la sinistra radicale per «evitare pericolosi sviluppi». «La violenza della sinistra estrema che ha sconvolto Torino - incalza - è il segno che nella società italiana esiste ancora il brodo della cultura terroristica». Preoccupato in vista del G8 dell'Aquila, invece, il segretario dell'Ugl Polizia Cristiano Leggeri: «A Torino abbiamo assistito a scene di violenza che pensavamo fossero superate. Rappresentano un preoccupante campanello di allarme in vista del prossimo vertice del G8». Inviti a non sottovalutare quanto accaduto arrivano anche dal presidente dei deputati della Lega Roberto Cota: «Il contenitore si è rotto e c'è un'oggettiva ricerca di identità e rappresentanza». Mentre il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa punta il dito contro il governo: «Il tempo degli slogan e delle promesse è finito. È il momento delle risposte concrete, dei fatti e non delle chiacchiere». Insomma, la preoccupazione, anche se con accenti diversi, è unanime. Così come unanime è la solidarietà nei confronti degli uomini delle forze dell'ordine rimasti feriti nel corso degli scontri. E se il segretario del Pd Dario Franceschini parla di «gruppi di persone venuti apposta per provocare» e condanna senza esitazione le «manifestazioni violente», il filosofo Gianni Vattimo, candidato con l'Idv alle europee e presente al corteo di ieri, si distingue dal coro: «La destra sta attuando una nuova strategia della tensione, perché io di studenti armati di mazze non ne ho visti, mentre ho visto uno schieramento armato dei reparti speciali della polizia, ai cui vertici sarebbero stati messi gli stessi personaggi che coordinarono le attività di repressione del G8 di Genova». Come sempre c'è chi preferisce soffiare sul fuoco delle polemiche piuttosto che spegnerlo. E i prossimi mesi non si preannunciano affatto tranquilli.

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