Guerriglia urbana a Torino: 24 feriti e 2 arresti

Il bilancio finale degli scontri è di due arrestati e una denuncia, mentre tra poliziotti e carabinieri si sono registrati 24 feriti. Un «attacco premeditato di violenti», per dirla con le parole del ministro dell'Interno Roberto Maroni. La situazione è degenerata alla fine del corteo partito intorno alle 11 da Palazzo Nuovo e accompagnato dai timori degli scontri della vigilia. Paure fondate, perché dopo alcuni chilometri di marcia in una calma apparente sono saltati fuori bastoni, pietre e persino estintori. Erano il segnale che poteva iniziare la guerra. «Noi il G8 non lo vogliamo, noi il G8 lo blocchiamo», hanno gridato i manifestanti che, nascosti dietro a caschi, sciarpe e foulard, si sono avvicinati minacciosi alle forze dell'ordine schierate a protezione del castello del Valentino sede del summit internazionale. Immediata la reazione alla sassaiola dei manifestanti, che hanno scaricato addosso alla polizia anche il getto di un estintore. Gli studenti hanno cercato in tutti i modi di rompere il cordone ma sono stati sempre respinti. Dopo una ventina di minuti di guerriglia urbana, il popolo anti G8 ha mollato la presa e ha fatto ritorno a Palazzo Nuovo, lasciando per terra i resti della battaglia. Un po' dappertutto auto danneggiate, vetrine infrante, e i pezzi di quello che resta delle telecamere di sicurezza presenti nella zona. «Le forze dell'ordine hanno permesso, a chi voleva farlo, di manifestare, reagendo soltanto quando si è sconfinato nell'illegalità», ha sottolineato il prefetto di Torino, Paolo Padoin. A lui, e ai vertici delle forze dell'ordine, è andato il plauso del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che si è riservato di ricorrere contro i responsabili dei danneggiamenti. Solidarietà alle forze dell'ordine è arrivata anche dai presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, mentre i partiti si interrogano sul significato politico degli scontri. «Un gruppo di violenti ha attaccato le forze di Polizia con premeditazione: non sono studenti o giovani in cerca di giustizia, sono violenti», è l'opinione del ministro Maroni. Mentre i sindacati di polizia Anfp e Siap si augurano che «quanto accaduto a Torino non rappresenti le prove generali per il G8 che si terrà all'Aquila il luglio prossimo». «È necessario, da subito - sostengono i segretari Enzo Letizia e Giuseppe Tiani -, affrontare la situazione affinché non degeneri e non si faccia pagare alle sole forze dell'ordine il prezzo più alto per tenere a freno la piazza. Per questo occorre intervenire in modo serio e mirato: attivare ogni attività di intelligence ed informativa; aprire un dialogo con il mondo sano dei No global e utilizzare nelle piazze il nuovo idrante al peperoncino così da impedire quanto accaduto oggi con i lacrimogeni che una volta lanciati si trasformano in un arma contro le stesse forze di polizia».