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Laura, la dura che protegge gli immigrati. Da viale Parioli

Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati in Italia (Unhcr)

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Classe 1961, marchigiana di origine, è da vent'anni operante nella galassia Onu e da 11 portavoce dell'organizzazione. Lo scontro verbale con il ministro della Difesa Ignazio La Russa l'ha portata alla ribalta della cronaca. Prima di oggi, però, pochi sapevano cosa fosse l'Unhcr e meno, probabilmente, conoscevano Boldrini. Chi fa del bene, si sa, lavora lontano dai riflettori. Eppure basta un po' di fama ed ecco, puntuali, i maligni si scatenano. Così, da quando Laura è diventata un personaggio televisivo, le voci attorno alla sua persona si sono immediatamente moltiplicate. A cominciare da quelle che riguardano il percorso che l'ha portata da Viale Mazzini (dopo la laurea in Giurisprudenza a La Sapienza ha lavorato per un periodo in Rai) a viale delle Terme di Caracalla (sede della Fao dove ha iniziato la propria «carriera diplomatica»). Chi la conosce bene assicura che Laura si presentò al colloquio per diventare junior professional officer, canale di accesso preferenziale per i giovani laureati che vogliono lavorare nelle agenzie delle Nazioni Unite, con una raccomandazione di ferro: quella dell'allora segretario della Dc, anche lui marchigiano, Arnaldo Forlani. Ma, interrogato, Alessandro Forlani assicura: «Mio padre non la conosce affatto né tantomeno la conosce il suo entourage. Io stesso l'ho incontrata solamente per questioni inerenti alla mia attività politica». Chi lavora in questo mondo, però, assicura che il percorso compiuto dalla Boldrini è leggermente anomalo. L'«accusa» che le viene rivolta è di non essersi mai mossa da Roma e di non aver mai fatto una normale e sana gavetta. Niente sudore e polvere. In effetti in questi vent'anni Boldrini è passata da viale delle terme di Caracalla (Fao), a Parco dei medici (Wfp) per poi ritornare a via Caroncini (Unhcr). All'inizio si occupava di produzione video e radio quindi, vestiti i panni della portavoce, non li ha più smessi. Certo, nel suo curriculum, abbondano missioni in Afghanistan, Kosovo, Iraq (ci sono anche foto che la ritraggono in una conferenza stampa al fianco di Luciano Pavarotti ndr), ma la sua base operativa è sempre stata all'ombra del Cupolone. E anche qui i maligni parlano di una piccola bugia durante il colloquio di assunzione. «Devo accudire la mia nonna malata» avrebbe detto Laura assicurandosi un posto tranquillo a Roma. C'è poi la querelle attorno alla sua simpatia vera o presunta per la sinistra. La versione ufficiosa e maligna dice che Boldrini si sarebbe avvicinata ai cosiddetti salotti radical chic più per necessità che per convinzione. Gli «amici», infatti, gli avrebbero garantito un'esistenza tranquilla lontana dal rischio epurazione. Anche perché, dicono, Laura continua a lavorare con contratti rinnovabili. Insomma attorno alla Boldrini circolano numerose voci. Invidia? Forse. Dopotutto tra gli ambasciatori dell'Unhcr spicca Angelina Jolie. Chi non vorrebbe lavorare a Roma e, magari, vedere ogni tanto una famosa e bella attrice di Hollywood?

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