E su Facebook sbarca la campagna elettorale

Faccioni in primo piano, sorrisi di circostanza, il logo di partito con una croce sopra, un cognome e, solo in qualche caso, uno slogan. Passeggiando per le strade d'Italia questo è lo spettacolo che, prepotentemente, si è costretti a vedere. Manifesti appesi ovunque, ma ai candidati piace così: «Penso che l'elettore voglia vedere per chi votare», sostiene Alfredo Pallone candidato alle prossime Europee nelle liste del Pdl. «Poi bisogna sempre valutare quale mezzo si sta utilizzando. Se devo pubblicizzare la mia persona sui manifesti stradali è inutile scrivere tante cose perché chi guida non ha il tempo di leggerli. Per questo ho scelto di mettere il mio volto sui manifesti». Una scelta seguita sia a destra che a sinistra. Cosi tra i candidati del Pdl ci sono, tra gli altri, Roberta Angelilli, Marco Scurria, Paolo Bartolozzi, Alfredo Antoniozzi, e Potito Salatto, mentre nel Pd hanno optato per il faccione Silvia Costa, David Sassoli, Giampiero Ciofredi e Roberto Gualtieri. Eppure c'è chi ha voluto pensare ad un modo differente di portare avanti la propria campagna elettorale. Lui è Federico Eichberg, 38 anni, candidato nelle liste del Pdl nella circoscrizione Centro: «Basta con le formule vecchie ed obsolete. La mia idea è puntare sul messaggio. Un elettore non mi deve scegliere perché sono in grado di fare un sorriso fotogenico che riesca ad ammaliare, ma mi deve preferire per le mie idee e per come voglio portarle avanti in Europa». Promessa mantenuta. Nessun faccione invade il suo manifesto. Anzi si vede un uomo pronto, ai blocchi di partenza, per iniziare una corsa. Tutto deve ricondurre allo slogan: «Yes We Run. Corriamo assieme. Si candida una generazione». «Un messaggio che è nato - continua Eichberg - una mattina. Io vado sempre a correre a Villa Ada con gli amici e dato che in inglese il verbo to run significa sia correre fisicamente sia politicamente, ho pensato fosse il più azzeccato». E, quello stesso spirito giovane e innovatore, ha dettato la linea del sito voluto da Eichberg. Così appena si clicca www.federico.eu si trova una cartina dell'Europa con immagini in rilievo come la Cattedrale di Aquisgrana o il Palazzo della Commissione a Bruxelles e l'immagine del candidato relegata in un angolo della pagina perchè, come spiega Eichberg, «Al centro ci sono le mie idee». Un ulteriore modo per rompere gli schemi dato che quasi tutti gli altri candidati hanno preferito non stravolgere il copione: un fascione con l'immagine o dell'Europa geografica o del Parlamento europeo sovrascritta dal nome del candidato e dalla data del voto, a destra o a sinistra una foto — in questo caso si preferisce un mezzobusto — e al centro i vari candidati si dilettano inserendo curricula, propositi, banner con il numero di conto corrente per sostenere la campagna elettorale e infine degli spazi per poter colloquiare con gli utenti. Anche se per incrementare una sosta di filo diretto con i propri elettori molti eurocandidati preferiscono puntare su altre tipologie di comunicazione. Ecco così che a farla da padrone è sicuramente il mondo di Facebook, il social network più diffuso al mondo (conta circa 200 milioni utenti), che diventa vero e proprio veicolo di campagna elettorale. Basta infatti inserire le parole «Elezioni Europee» nella barra di ricerca per capire quanti candidati stiano puntando su questo metodo. In totale sono più di cento. In prevelenza sono proprio quelli del Pdl (25 in tutto) seguiti a ruota da quelli del Pd (20) e dell'Udc (15). In quasi tutti i casi i candidati, al posto della foto che dovrebbe appunto legare un volto ad un nome, hanno scelto di inserire direttamente il manifesto elettorale così da rendere chiaro per quale schieramento si sta correndo. Ma anche in questo caso c'è chi opta per una soluzione diversa puntando ad inserire foto meno istituzionali come hanno fatto, ad esempio, Raffaele Lombardo (Candidato dell'Mpa), Franco Vaccari (candidato del Pdl) o Clemente Potenza (candidato dei Liberal Democratici) immortalato addirittura con il camice da dottore. Ma Facebook non solo permette di farsi belli per il proprio elettorato, consente anche di essere presi di mira dai propri avversari. Così innumerevoli sono i gruppi contro la candidatura di Clemente Mastella nelle liste del Pdl. Stesso riluttanza emerge nei confronti di Emanuele Filiberto candidato nell'Udc: 220 persone hanno aderito al gruppo contro la sua elezione. Infine 86 iscritti stanno sostenendo un gruppo che la dice lunga sull'uso del network da parte dei candidati: «Boicottiamo chi fa campagna elettorale su Facebook». Nessuno se ne abbia a male, ma anche questo è il gioco delle parti.