Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Unicredit resta alla finestra. Per ora

default_image

  • a
  • a
  • a

Non c'è nessuna pressione da parte di Unicredit al Italpetroli (la holding della famiglia Sensi) per vendere la As Roma. Ufficialmente da Piazza Cordusio non è mai filtrato un solo «sospiro» sul dossier. Le indiscrezioni segnalano solo un costante monitoraggio delle vere o presunte trattative. Dunque nessuna data limite per rientrare dei 270 milioni concessi alla Italpetroli, non restituiti alle scadenze prefissate e il cui rientro è stato anche posticipato.Un atteggiamento passivo che non significa, però, noncuranza. Al contrario l'obiettivo del gruppo guidato da Alessandro Profumo è quello di rientrare al più presto dei fidi concessi. La situazione di bilancio evidenziata nell'ultima trimestrale di Unicredit non è da allarme rosso. Ma gli utili hanno segnato una frenata. Nel mezzo della crisi un profitto di 447 milioni è da incorniciare ma la recessione può essere ancora lunga. E l'ordine di scuderia è quello di rientrare senza sconti. Sta in questo la chiave della cautela di Unicredit. Tra i beni che i Sensi possono sacrificare ci sono i terreni di Torrevecchia, appetibili in pieno boom immobiliare, ma meno oggi. E i depositi di Civitavecchia, strategici sì, ma anche con più problemi a trovare compratori. Resta il gioiello: la As Roma. Per la quale gli acquirenti non sono mai mancati e ancora disposti a mettere sul piatto soldi sonanti. La possibilità di corredare il marchio con un nuovo stadio poi ne aumenta cospicuamente il valore. Dunque, oggi, stare alla finestra ancora un po' non può che far aumentare l'eventuale incasso futuro per Italpetroli e di conseguenza per il creditore. Certo il tempo non aiuta. Unicredit come tutte le grandi banche è più attenta a concedere credito alle normali aziende. Ed è difficile continuare a giustificare agli occhi dei clienti il trattamento di favore riservato ai Sensi. Insomma l'attesa per ora è fruttuosa ma non è escluso che Profumo, presto, faccia partire il suo pressing per definire la vendita. Anche perché nella partita si è infilata la Consob, l'autorità di controllo dei mercati finanziari. Che sta chiudendo l'istruttoria per i movimenti del titolo lo scorso anno dopo l'annuncio dell'interessamento del finanziere Soros. E che ieri ha inviato le comunicazioni a una serie di persone che saranno ascoltate nell'ambito della nuova indagine aperta sulla volatilità del titolo nelle scorse settimane.

Dai blog