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Scontro con l'Onu Maroni: non cedo

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.Così anche l'ultima speranza di trovare una linea condivisibile sul problema dell'immigrazione, dopo l'incontro avvenuto ieri tra il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e Laurens Jolles, rappresentante italiano dell'Alto Commissariato del'Onu per i Rifugiati, è stata stata definitivamente accantomata. Eppure Maroni aveva puntato molto su questo incontro pensando addirittuta di sottoporre all'Unhcr una soluzione alternativa alla loro richiesta di accogliere tutti i clandestini e poi valutare l'eventuale sussistenza dei parametri per concedere a qualcuno l'asilo politico: «La controproposta - spiegò mercoledì scorso Maroni alla Camera - è di creare una struttura in Libia, rafforzando la presenza dell'Unhcr, per valutare in quel paese se c'è qualcuno che ha i requisiti per lo status di rifugiato politico». L'incontro invece, nonostante sia stato «caratterizzato da uno spirito costruttivo» come spiega l'Unhcr, non è andato nella direzione voluta. Da una parte l'Alto commissariato ha bocciato l'idea di vagliare in Libia le domande di asilo perché «non vi sono al momento le condizioni necessarie per svolgere tale attività», dall'altro ha fatto appello al governo affinchè sospenda i respingimenti sottolineando che, dal punto di vista del diritto internazionale, «l'Italia è responsabile per le conseguenze di tale gesto». Un'avvertimento che sembra non intimorire il ministro Maroni che annuncia: «I respingimenti andranno avanti, così come previsto dall'accordo tra Italia e Libia», sottolineando che le questioni sollevate dall'Unhcr «devono trovare una soluzione in sede europea». Nel corso del colloquio, afferma una nota del Viminale, sono stati poi affrontati anche i temi legati al contrasto dell'immigrazione clandestina e alla protezione internazionale dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Tematiche per le quali il ministro si è detto «molto attento» ribadendo però che è a livello europeo che va trovata una soluzione.

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