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"Non si riferisce a noi"

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Era atteso all'assemblea dei costruttori ma all'ultimo momento fa spostare il suo intervento al pomeriggio pur di essere in Aula per il voto finale al ddl sicurezza. E slitta anche un incontro internazionale in attesa che arrivi il verdetto conclusivo, a conferma dell'importanza che il premier dà al provvedimento. Ma soprattutto è sempre più evidente come non voglia lasciare il passo alla Lega, non intenda mollare di un millimetro e cedere la primogenitura del testo. Marcato stretto dai giornalisti che cercano di strappargli un commento al monito di Napolitano contro la «retorica xenofoba», Berlusconi prima dice di non aver ancora letto le parole del Capo dello Stato, poi risponde assicurando l'impegno dell'esecutivo contro qualsiasi forma di razzismo. Allo stesso modo, il presidente del Consiglio esclude che dalla Cei sia arrivata una bacchettata al governo per le norme contenute nel ddl trasmesso ora al Senato. «Non ho conoscenza di queste critiche: ho parlato più volte con i responsabili della Conferenza episcopale - sottolinea il premier - e ho sempre trovato un'accoglienza positiva da parte loro». Berlusconi non mostra il minimo dubbio sulla linea dura contro gli immigrati clandestini. I respingimenti, sostiene, «sono in linea con le direttive europee» e «sono necessari come deterrenza» di fronte ai continui sbarchi di immigrati. Tutto l'opposto di quello che aveva fatto il governo Prodi, aggiunge, che aveva «spalancato le porte» ai clandestini. «C'è bisogno di deterrenza - spiega il Cavaliere - altrimenti l'Italia diventa l'approdo di troppe persone. C'è una distanza netta tra noi e la sinistra. Per la sinistra le porte sono spalancate per tutti. Noi invece, teniamo le porte chiuse e le socchiudiamo solo per chi viene a lavorare ed integrarsi». Berlusconi si mostra saldo nelle sue convinzione anche perché si sente confortato dai sondaggi. «Tutti i dati che ho - rivela - dicono che il 76% degli italiani condivide l'operato del governo». Dunque, nessuna esitazione sul disegno di legge passato alla Camera con il ricorso alla triplice fiducia. «È una legge assolutamente necessaria: dobbiamo affrontare queste questioni con buon senso e con senso della giustizia ma anche con determinazione. Non possiamo lasciare che la situazione sia quella che c'era con la sinistra che incentivava l'immigrazione clandestina». Con la nuova legge, assicura il premier, è stato dato «un messaggio alle organizzazioni criminali»: quello che «noi non possiamo accogliere immigrati che non hanno né arte né parte e che quindi non possono entrare nel sistema produttivo e che vanno a finire nelle organizzazioni criminali». «Abbiamo approvato un testo - spiega Berlusconi alla platea dei costruttori dell'Ance - che è l'opposto di quello che vuole l'opposizione che nel corso del governo Prodi aveva spalancato le porte dell'Italia. Il messaggio che era stato inviato ai paesi africani e orientali era che tutti potevano venire in Italia». Berlusconi sa che la prossima campagna elettorale, soprattutto al Nord, si decide proprio sul tema sicurezza. Non è un caso che Umberto Bossi abbia replicato al presidente della Repubblica in maniera lapidaria: «Napolitano? Io ascolto la gente, non come Franceschini...». Insomma, il duello è cominciato. Spiegano infatti fonti vicini al Cavaliere che la sicurezza continua ad essere in cima nella classifica di interesse degli italiani. Ma sono anche i sondaggi a segnalare che gli elettori si attendono qualcosa di più dal governo. Per esempio, dal focus group di forzasilvio.it emerge che solo il 2% degli intervistati è convinto che il governo abbia operato bene sul fronte sicurezza.

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