Governo: fiducia con polemiche
Pd-Lega, è scontro in aula
Colpi di scena? Nemmeno l'ombra. La Camera, senza alcun intoppo, ha votato la fiducia ai tre maxiemendamenti presentati dal governo al disegno di legge in materia di sicurezza. Una giornata, quella di ieri, iniziata presto per i parlamentari di casa a palazzo Montecitorio. Le dichiarazioni di voto sul primo maxiemendamento, ovvero quello che introduce il reato di clandestinità, hanno avuto inizio già alle nove e mezza anche se le poltroncine dell'Aula hanno iniziato a riempirsi solo un'ora più tradi quando il presidente Gianfranco Fini ha dato inizio alle operazioni di voto. Una procedura ripetuta per altre due volte: una per la discussione e votazione del maxiemendamento che introduce le ronde e l'altra per prolungare a sei mesi la permanenza degli irregolari nei Centri d'identificazione ed espulsione. Il risultato? Tutte le volte l'esito del voto ha stabilito un'ampia maggioranza per il centrodestra: 316 favorevoli contro 258 contrari per il primo maxiemendamento, 315 a 247 per il secondo e 315 a 237 per il terzo. È previsto per le 13.30 di oggi il voto finale sul ddl sicurezza che poi passerà al Senato. Cosa che potrebbe avvenire «entro maggio» come auspica il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Certo è che nonostante la compattezza dimostrata dalla maggioranza il disegno di legge continua ad alimentare polemiche. Così Fini torna a tuonare sulla proposta della Lega, definita «peregrina», in tema di diritto di asilo, per avvertire: «Bisogna evitare eccessi propagandistici». Ma non dimentica neppure di tornare le critiche dell'Onu: «Esiste sia il problema del respingimento dei migranti che quello del diritto all'asilo. Solo che va verificato. Se si verifica sul territorio nazionale esistono i Cie, se si verifica durante il trasferimento deve essere certo che sia fatto in modo esaustivo e completo». Ed è proprio sulla querelle tra Italia e Onu che si dimostra ancora più pungente: «Non mi pare che l'Onu sia in campagna elettorale». Battute che proprio non piacciono al ministro per le riforme Umberto Bossi che cercando di evitare lo scontro con Fini, commenta: «Se la propaganda non la fai quando ci sono le elezioni, quando la fai?». Da sinistra tuona invece Marco Minniti del Pd che ha parlato di «un sonno mostruoso della ragione» e di «una fiducia posta contro la libertà della stessa maggioranza». Accuse rispedite al mittente dal capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, che difende a oltranza l'importanza del provvedimento: «Sulla questione degli immigrati clandestini e della legge sulla sicurezza il governo e la maggioranza sono impegnati a realizzare un punto decisivo del programma». Sonore critiche arrivano anche dal fronte cattolico. Infatti, secondo il direttore dell'Ufficio per la pastorale degli immigrati della Cei, padre Gianromano Gnesotto, «il grande tema tenuto sotto silenzio» nel ddl sicurezza è «quello dell'integrazione». Intanto lo stesso ministro Maroni, ribadendo che in tema di respingimenti la proposta italiana non cambia, annuncia: «Venerdì incontrerò il commissario Jolls, responsabile italiano dell'Unhcr. La proposta che facciamo non è quella che hanno avanzato loro di accoglierli tutti e poi valutare, ma quella di creare una struttura in Libia per valutare là se qualcuno ha i requisiti per lo status».