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È rivolta contro le archistar.

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Èuna politica guidata dai cittadini contro la diffamazione sempreterna degli ordini degli architetti etc. Diciotto anni fa - sottolinea Krier interpellato da Archirete - sono stato l'unico di nove esperti a sostenere questa politica che mostra oggi dei frutti straordinari. Forse il sindaco dell'Aquila dovrebbe visitare Dresda per esserne convinto. Krier spiega anche di condividere un appello precedentemente lanciato dal deputato del Pdl Fabio Rampelli, e condiviso anche da un altro deputato, Mareco Marsilio, e dall'ambientalista Carlo Ripa di Memana. Spiegava infatti Rampelli: «Abbiamo accolto le affermazioni del sindaco dell'Aquila, Cialente, con vera e propria sorpresa. Voler chiamare a raccolta le archistar (Piano, Fuksas, Isozaki e compagnia distruggente) è quanto di più blasfemo possa immaginarsi in una terra di arte, tradizioni culturali e natura. A meno che non si abbia l'obiettivo di trasformare L'Aquila in un non luogo, vetrina delle banalità e della mala-architettura apolide e senza consenso. Non abbiamo bisogno di una replica di Las Vegas ai piedi del Gran Sasso. Ricostruire L'Aquila vuole dire rispettarne l'identità, la sua cultura e la sua storia, rispettarne gli stilemi e recuperane la cifra urbana. C'è un genius locis che archistar come quelli citati non potranno mai rianimare perché rifiutano il concetto di identità e ciò che progettano potrebbe andar bene in qualsiasi latitudine geografica, da Dubai a New York. Il terremoto ha già fatto danni, in vite umane e patrimonio monumentale e artistico. Non aggiungiamo ai drammi causati dall'evento naturale le "rovine" di una pseudo cultura architettonica».

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