Oggi si vota il ddl, il Pd attacca Fini
Ascandire la scaletta dei lavori è stata la Conferenza dei capigruppo che ha previsto il voto al primo maxiemendamento per le 10.30, anche se i deputati dovranno essere in aula già un'ora prima per assistere alle dichiarazioni di voto. La fiducia sugli altri due maxiemendamenti verrà votata a seguire nel corso della giornata tanto che la Conferenza ha fatto slittare il question time, normalmente previsto il mercoledì, a domani pomeriggio, dopo che a mezzogiorno e mezza ci sarà la votazione finale sul ddl sicurezza. Immediate le proteste dell'opposizione, che contesta il metodo e il merito seguiti dalla maggioranza. L'Idv ha disertato il comitato ristretto della Commissione Giustizia, convocato di prima mattina, «per ragioni politiche molto chiare». In aula, il Pd boccia la scelta dell'esecutivo: la richiesta di fiducia contravviene alle sollecitazioni del Capo dello Stato e del Presidente della Camera, viola la logica del voto a scrutinio segreto previsto dal regolamento. Fini, a sua volta, ha spiegato che la richiesta del governo non ha alcun profilo di inammissibilità. «Essendo problematico o comunque opinabile l'adesione alla Costituzione delle norme in esame, lungi dalla presidenza ledere le prerogative sovrane dell'assemblea», ha detto la terza carica dello Stato. La presidenza, dunque, non può dichiarare inammissibili gli emendamenti su cui il governo ha chiesto di porre la fiducia. Emendamenti che peraltro, osserva Fini, riproducono il lavoro delle commissioni. «Il regolamento — sottolinea ancora — esclude la questione di fiducia solo sugli argomenti per i quali è prescritta obbligatoriamente la votazione per alzata di mano o a scrutinio segreto». Non trova applicazione laddove il ricorso ad esso abbia luogo su richiesta. Soro però insiste: «Nei maxiemendamenti su cui il governo ha posto la questione di fiducia permangono evidenti profili di incostituzionalità e il presidente Fini, a fronte delle nostre osservazioni, non ha potuto escluderli». Intanto, se il voto di domani liquiderà positivamente il testo ci saranno delle innovazioni rilevanti in campo di Sicurezza. Il più discusso e che genera continui motivi di polemiche tra maggioranza e opposizione riguarda l'introduzione del reato di immigrazione clandestina. L'extracomunitario che arriva in Italia senza permesso di soggiorno, in base alla nuova disciplina, non rischia l'arresto ma si vedrà infliggere un'ammenda dai 5mila ai 10mila euro. Secondo punto rilevante è il prolungamento, da due a sei mesi, della permanenza dei clandestini nei Cie (Centri di identificazione ed espulsione).