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Ma l'Onu chiede al governo di riammettere i clandestini

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L'agenziadell'Onu per i rifugiati ha chiesto al governo italiano di «riammettere le persone respinte dall'Italia e identificate dall'Unhcr come richiedenti protezione internazionale». Nella lettera inviata al governo italiano l'Onu ribadisce la «seria preoccupazione che la politica ora adottata dall'Italia metta a rischio l'accesso all'asilo nell'Unione Europea». Nel briefing a Ginevra, il portavoce dell'agenzia Onu ha anche sottolineato come la linea del nostro governo «comporti il rischio di violare il principio fondamentale di non respingimento tutelato dalla Convenzione del 1951 sullo statuto dei Rifugiati e nella legislazione dell'Ue e in altre leggi internazionali per la tutela dei diritti umani». «Il principio di non respingimento — ha ricordato il portavoce — non ha limitazioni geografiche. Gli stati sono obbligati a rispettarlo, ovunque abbiano giurisdizione, anche in alto mare». La «preoccupazione» dell'Onu è poi «rafforzata» dal fatto che la Libia «non è uno stato membro della Convenzione del 1951 sullo status dei rifugiati e non ha una legge per l'asilo o un sistema per la tutela dei profughi. Non c'è quindi assicurazione che le persone bisognose di protezione internazionale possano trovarla in Libia». Intanto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, prendendo le distanze da quanto dichiarato dal presidente del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, sull'Italia, tuona: «Il commissario è stato smentito dal suo capo. Se io avessi detto "facciamo i respingimenti" e Berlusconi avesse detto che io parlo a titolo personale io mi sarei dimesso. Hammaberg dovrebbe quindi avere la dignità di dimettersi».

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